Fernando Liggio
Possessioni demoniache e manifestazioni mistiche
Clinamen, Firenze, 2007
Euro 15,40
ISBN 978-88-8410-109-9

L’approccio psichiatrico alla miracolistica, alla demonologia ed alla fenomenologia mistica non è ancora abitualmente ed adeguatamente praticato, per le chiare remore derivanti dalla dominante cultura filoreligiosa. Ma gli importanti contributi presenti in letteratura danno bene l’idea di quanto santità e follia, sacralità e psicopatologia si compenetrino.
Fernando Liggio non ha dunque nessuna difficoltà nel raccogliere, in una ampia antologia, i più svariati materiali, a partire dalle prime analisi ottocentesche. Certamente, l’itinerario non è lineare; perché mutano i tempi e mutano soprattutto le classificazioni psichiatriche. Occorre ad esempio orientarsi nel diverso modo di discernere fra disposizioni psicopatologiche personali e vere e proprie patologie sociali, ovvero tener conto dell’incerto limite fra la devianza individuale e le assimilazioni culturali, spesso forzatamente imposte.
Ovviamente, non possiamo attenderci di ritrovare in letteratura un confronto, condotto con metodi scientifici adeguati, fra spiegazioni religiose e spiegazioni naturalistiche dei fenomeni in questione; dunque il materiale presentato nel presente saggio è sostanzialmente monocorde, di parte.
Lo psichiatra generalmente è, ed è sempre stato, infatti, il grande assente nei consessi religiosi; guardato con diffidenza o meglio evitato. Sicché solo certi casi conclamati di patologia a sfondo religioso (ma non adeguatamente riconosciuti tali dai diretti interessati), ieri meno che oggi, risultano bene individuati e giungono in terapia. Ciò che ad uno sguardo moderno appare certamente da curare, un tempo non poteva che essere giudicato manifestazione dell’inconoscibile e del sacro, con tutte le ovvie conseguenze. Ma quanto più la conoscenza dell’uomo avanza in senso scientifico, gli spazi del soprannaturale inevitabilmente si restringono, fino ad annullarsi. E questo è il messaggio forte, ineludibile, di questo volume.
Non si tratta ovviamente di un testo facile. Per quanto il lettore venga accuratamente guidato lungo un denso percorso storico, l’estrema incertezza dei confini fra normalità e malattia, le molte stratificazioni culturali, la complessità e variabilità nel tempo della nosologia rendono l’argomento poco accessibile al grosso pubblico. Il lettore introdotto si trova invece di fronte ad una valida ed abbastanza esaustiva rassegna della letteratura, con il limite (o forse il merito?) di una esposizione fin troppo antologica.

Francesco D’Alpa

Pubblicato su: "L'Ateo" n. 58 (4/2008)