Eva Cantarella. Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico. ISBN  978-88-17-11654-1.  Feltrinelli, Milano, 2008 (terza edizione). Pag. 320, Euro 9,80

Appassionata conoscitrice della storia della sessualità nel mondo antico, Eva Cantarella affronta l’argomento bisessualità a partire da alcune domande sul rapporto fra i due sessi e sul ruolo delle donne a Roma e soprattutto in Grecia, dove la loro possibilità di esprimersi socialmente fu sempre più ristretta, fino a venire di fatto confinate entro le mura domestiche; mentre al contrario la gamma delle relazioni fra gli uomini era ampia, come dimostrato dall’importanza sociale dell’educazione del maschio da parte dei pari sesso adulti, con tutti i correlati affettivi ed emozionali.
Agli uomini di quest’epoca, per altri versi così idealizzata, la bisessualità non poneva certo problemi morali, se non (e solo in parte) in termini di ruoli, secondo la schematica opposizione fra attività e passività sessuale, che rimanda a quelle maschile-femminile, o potere sociale-subalternità (ma non cadiamo nell’equivoco di confondere la pederastia ‘classica’ con una assoluta licenza sessuale; giacché anche essa era abbastanza ben normata). Da qui la tesi dell’autrice, ovvero che in tale contesto la bisessualità fosse un comportamento  assolutamente “secondo natura”, ancor prima che una consuetudine culturale.
Lungi dal porsi, come noi oggi, il problema del ‘genere’ (accogliendo o rigettando l’idea di ampie sovrapposizioni fra il maschile ed il femminile), in queste società antiche la gamma di espressioni della sessualità era in effetti piuttosto ampia. Non solo sentimento e carnalità, i due aspetti fondamentali della nostra più tradizionale visione del rapporto fra  partner, ma in modo più variegato ‘eros’ (follia amorosa, passione, amore incontrollabile; sentimento dell’età giovanile) e ‘philia’ (amicizia; sentimento dell’età più adulta), oltre che ovvio amore coniugale (alla base della famiglia): tutti elementi fondanti della polis, della cui organizzazione rispecchiano gli aspetti.
Avvalendosi di un ampio e dotto supporto di fonti giuridiche, letterarie, iconografiche (confrontando mito, arte, teatro, medicina, filosofia) l’autrice ci guida, con un saggio affascinante (e non semplicemente divulgativo), alla conoscenza di aspetti fondamentali della cultura classica (e parte anch’essi delle nostre radici) colpevolmente ignorati nell’insegnamento scolastico attuale, che predilige aspetti pratici e  conoscenze tecnologiche. Sanando una certa frattura culturale tra il mondo classico e noi, evidenzia la continuità fra società così lontane nel tempo, ma anche valorizza il cosiddetto relativismo etico, ovvero la libertà concessa ad ogni società di darsi proprie regole giuridiche e sociali; ben oltre i ristretti limiti che qualunque ideologia (in primis religiosa) pretende di imporre, senza per questo derogare da quanto é ‘naturalmente’ iscritto nel nostro essere.

Francesco D’Alpa

Pubblicato su: "L'Ateo" n. 75 (3/2011)