Recensione a:

ANTONIO LOMBATTI, La vera storia di Dio.
ISBN 978-88-98862-21-4.
Yume, Torino 2015, pagine 208

 di Francesco D'Alpa

Si può scrivere una realistica storia di Dio (del dio ebraico-cristiano, in particolare)? Certamente si; come ci viene spiegato in questo breve ma denso saggio. La storia di Dio è infatti quella di un concetto, la cui secolare elaborazione ha lasciato ampie tracce documentarie, che occorre ben conoscere ed interpretare, per andare oltre ciò di cui ci parla la Bibbia; un testo che la maggior parte dei credenti ritiene erroneamente di conoscere almeno per sommi capi, ed il cui reale contenuto è invece ben lontano dalla vulgata: giacché il testo ‘sacro’ è stato sempre protetto, filtrato e infine somministrato ai fedeli come un pasto precotto, facilmente digeribile, senza che se possa conoscere del tutto la vera essenza.

Da buon docente, Lombatti non pontifica ex-cathedra, ma invita piuttosto il lettore curioso a ragionare da sé su ciò che legge, ad andare oltre; e per questo gli suggerisce alcune basi documentarie (letterarie, storiche, archeologiche) utili a capire cosa nasconda ogni affermazione scritturale (sia essa storica, geografica, o di qualunque altro genere).

L’ostacolo da superare, infatti, è innanzitutto la diffusa ignoranza dei credenti, legata per lo più alla scelta di una fede comoda, che non si preoccupa di comprendere a cosa realmente si riferisca il testo, né a maggior ragione si chiede chi l’ha scritto, quando e perché.

Grazie all’apporto di diverse scienze (con in primo piano l’archeologia) oggi conosciamo molte delle ragioni ed occasioni che hanno portato alla redazione del canone biblico. La storia di Dio comincia con la sua invenzione, è molto più remota del costituirsi di Israele, e ben poco di tutto ciò che è attribuito al dio ebraico-cristiano è originale. La decifrazione dei geroglifici egizi, delle tavolette di Ebla, dei rotoli del Mar Morto e l’analisi di mille altre fonti hanno squarciato il velo sulla oscura genealogia del dio ebraico-cristiano e del testo che ne parla. Nei suoi tratti fondamentali, Yahweh è la metamorfosi di altri dei: El, Baal, Mot, Yam, e così via. Questi molti padri sono i progenitori di un asserito monoteismo, che comunque alle sue origine non disdegnava né l’idea di dei fra loro rivali né quella di una regina del cielo posta al fianco di Yahweh: la popolarissima Asherah.

Sviscerata la genealogia di Dio, il volume si concentra sull’analisi di alcuni topos biblici, dal diluvio universale alla risurrezione di Gesù, mettendo anche qui criticamente in evidenza la non originalità del pensiero ebraico-cristiano. La conclusione dell’autore è un caldo invito al lettore perché trovi voglia e capacità per andare da sé oltre questo semplice ‘antipasto’. Non un invito esplicito a disertare dal campo credente, ma piuttosto uno stimolo a quella curiosità necessaria di fronte ad una storia così radicalmente umana.