Considerazioni critiche sulle cavità da espulsione

Dopo avere descritto il caratteristico allungamento dei nodi nelle piante all’interno dei Crop Circles, Levengood focalizzò la sua attenzione sulle cosiddette cavità da espulsione ("blown nodes", "expulsion cavities"), riscontrate in molte formazioni, sia semplici che complesse (si veda per esempio [1, 2, 3]).

Si tratta di ampie interruzioni di continuità del tessuto di rivestimento dei nodi, da cui è fuoriuscito all’esterno il contenuto. In genere ciò accade sul secondo nodo al di sotto della spiga, ma talora può essere interessato il terzo o il quarto [4] e questo fatto dimostrerebbe la precisione con la quale viene applicata l’energia su di una limitata parte della pianta [5]

Lo stelo intorno alla cavità presenta solitamente un colorito scuro, dovuto alla crescita di un fungo (Ustilago tritici) che si sviluppa sull’essudato rilasciato dalla pianta.

Tipiche cavità di espulsione sono state descritte da Levengood e dai suoi collaboratori soprattutto in piante prelevate da cerchi comparsi negli Stati Uniti. Nel caso di Logan, ad esempio (agosto 1996) i nodi apparivano letteralmente scoppiati, e l’espulsione del materiale contenuto al loro interno aveva lasciato sulla pianta quella che fu perciò definita cavità da espulsione. Secondo Levengood, questo fenomeno non era mai stato segnalato prima [6] e non viene mai trovato in altre condizioni [7] giacché è specifico dei Crop Circles [8].

Su questo giudizio concorda Colin Andrews che dà priorità assoluta a tali anomalie come criterio di autenticità dei cerchi [9].

Come si originerebbero?

Non esiste al momento attuale un soddisfacente modello scientifico sulla formazione di queste cavità, che non avevano suscitato alcun interesse prima degli studi di Levengood.

Pressoché tutti i cereaologi ritengono che il liquido all’interno dei nodi venga riscaldato in maniera estremamente rapida e che le cavità da espulsione non si formino mai al di fuori dei cerchi, per nessun motivo (vedi ad esempio [10]); questo materiale (certamente in parte gassoso) cercherebbe necessariamente una via di fuga verso l’esterno, facendo esplodere la parete del nodo, più facilmente nelle piante più vecchie, che hanno una parete meno elastica.

Questa spiegazione viene proposta da Levengood anche nel caso di anomalie similari riscontrate in campi di grano in cui si sarebbero verificati casi di cosiddette mutilazioni di animali (ad esempio, il fenomeno sarebbe stato particolarmente massivo a Garnet, KS, nel 1994 [11]).

Ovviamente non mancano spiegazioni ancor più fantasiose, come ad esempio quella di Lucy Pringle [12] che risolutamente ricollega microonde, piegamento delle piante e cavità da espulsione: secondo questa autrice, nelle piante dei cerchi "genuini" esisterebbe innanzitutto una notevole differenza nel rapporto nitrati/nitrogeno all’interno dei semi, rispetto alle piante poste al di fuori dei cerchi, come conseguenza (effetto residuo) dell’azione di una forza elettrica dell’intensità di migliaia di Volts applicata alla base della pianta per pochi nanosecondi. Questa forza creerebbe un’attività di microonde che ammorbidisce la base delle piante facendole cadere senza spezzarle. Poi l’elettricità viaggerebbe all’interno degli steli, ed essendo divenuta troppo grande fuggirebbe attraverso le cavità da espulsione che si creano sui nodi

Diffusione del fenomeno

Le cavità da espulsione non vengono riscontrate frequentemente, e solitamente interessano solo poche piante all’interno dei cerchi; inoltre sono state trovate soprattutto nelle formazioni comparse negli Stati Uniti e Canada. Come nel caso dell’allungamento dei nodi, la mia ipotesi di lavoro è che le cavità da espulsione siano in realtà l’esito di un processo fisiopatologico poco noto della pianta, che si inizia con il lodging, ed anch’esso collegato con i tentativi della pianta di recuperare la posizione eretta e la sua normale fisiologia. Ma probabilmente queste modificazioni tardive non sono mai state apprezzate, proprio perché nel frattempo il grano piegato veniva comunque raccolto.

Come per l’allungamento dei nodi, mi sembra logico chiedersi se anche in questo caso l’anzianità del cerchio sia direttamente correlata alla presenza ed alla entità di tali anomalie.

Non sembra per nulla strano, in questa prospettiva, che nelle formazioni più grandi e complesse questi reperti manchino sistematicamente e che né Haselhoff né Levengood le abbiano ritrovate in molte occasioni [13]. Haselhoff, come Levengood, è convinto che tali anomalie si producano all’istante, ma così non è per l’allungamento dei nodi; e non sappiamo se costoro siano mai tornati a distanza di qualche settimana sui cerchi (sempre che il grano nel frattempo non fosse stato raccolto).

Il sospetto che le cavità da espulsione compaiano solo dopo un certo tempo dalla formazione del cerchio viene rafforzata da molti resoconti. Ad esempio, Ted Robertson, investigatore dell’AAARC trovò che la maggior parte dei nodi all’interno (ma anche molti all’esterno) di un cerchio esaminato nell’Indiana nell’ottobre 2000 presentavano cavità da espulsione; ma notoriamente il cerchio era già presente nel giugno 2000 [14]. A Stadskanaal (Olanda, 2001) Haselhoff trovò nodi rigonfi dopo un paio di settimane [15]. Lo stesso accadde ad altri ricercatori all’isola di Ruegen (Germania, Giugno 2000), in un cerchio esaminato dopo alcune settimane [16]; a Pease (MN, USA, settembre 1996), con campioni presi dopo un mese [17]; ed a Terwolde (Olanda, 8 aprile 2002), con campioni presi dopo molte settimane [18].

Nelle formazioni esaminate all’incirca una settimana dopo la scoperta, a volte le cavità da espulsione sono presenti, come a Teton (Idaho, 10 agosto 2002), dove 4-5 giorni dopo la scoperta vennero trovati diversi nodi allungati e cavità da espulsione sul terzo e quarto nodo dall’alto [19]. Ancora cavità da espulsione erano presenti sui terzi nodi delle piante di orzo in un cerchio scoperto il 15 giugno 2002 a Teschenhagen (Germania); secondo Andreas Muller, al momento della sua visita il cerchio era formato da almeno due settimane, e si presentava ormai in cattive condizioni [20]. Altre volte mancavano, come a College Ward (Utah, 1998), dove i campioni vennero prelevati sei giorni dopo la scoperta del cerchio [21].

In molti resoconti si parla di cavità da espulsione senza precisare i tempi dell’indagine rispetto alla comparsa del cerchi (ad esempio la descrizione di cavità da espulsione al terzo nodo delle piante di grano in un cerchio comparso nell’area di Kassel il 25 giugno 2002 [22]).

Per quanto ho potuto fin qui verificare, certamente le cavità da espulsione mancano nei cerchi esaminati nei primissimi giorni, come nel caso di Rockley Down (Wiltshire) probabilmente formatosi il 9 luglio 1999 ed esaminato il 10 luglio 1999 [23], o in quello di Howick (Quebec, agosto 2002), esaminato tre giorni dopo la scoperta [24].

Seguendo sempre l’ipotesi che il fattore tempo sia implicato nella genesi delle cavità da espulsione, mi sembra interessante citare, nonostante la cautela che occorre su tutta la materia, l’osservazione fatta da alcuni ricercatori sul cerchio di Furce Hill (pressi di Lockeridge, 22 giugno 1998), in cui non fu notata nessuna cavità da espulsione dieci giorni dopo la comparsa, ma ve ne erano in abbondanza dopo più di venti; elementi questi in palese disaccordo con l’ipotesi di Levengood [25].

Incongruenze nell’ipotesi di Levengood

Nel complesso, il ragionamento di Levengood circa l’origine delle cavità da espulsione appare poco convincente. In sostanza, lui ritiene che le cavità da espulsione si formino rapidamente, per un brusco riscaldamento di alcuni tessuti della pianta nel momento della formazione del cerchio, ma ritiene possibile, allo stesso tempo, che il cerchio si possa formare anche senza la produzione di cavità da espulsione (o di allungamento dei nodi). Quindi, se ci sono cavità da espulsione, il cerchio è certamente vero; se mancano, il cerchio non è necessariamente falso. Da ciò ne consegue che i due principali criteri di Levengood, vale a dire la presenza di allungamento dei nodi e di cavità da espulsione, non vengono praticamente presi in considerazione quando si deve esprimere un giudizio su di una nuova formazione, come nel caso della cosiddetta replica di Chilbolton [26], riguardo la quale vari investigatori hanno infatti precisato che la mancanza di queste anomalie non permette di definirne né l’autenticità né la falsità.

Nel caso in cui entro una formazione siano presenti molte cavità da espulsione, all’interno di ogni porzione della formazione le piante presenterebbero caratteristiche simili: ad esempio verrebbe coinvolto sempre il secondo, terzo o quarto nodo, oppure le cavità sarebbero tutte più o meno della stessa grandezza o forma, o si troverebbero dallo stesso lato dello stelo rispetto alla piegatura della pianta. Non sempre comunque la cavità è quella classica, a volte si nota solo un certo rigonfiamento, ed a volte sono presenti solo dei piccoli buchi verso l’esterno, come se il processo di espulsione si fosse ad un certo punto arrestato [27].

Secondo Nancy Talbott la presenza di cavità da espulsione è la prova più consistente dell’autenticità di un cerchio [28]. Sulla stessa linea è il parere di Janet Osseerbard, secondo la quale il meccanismo di rigonfiamento dei nodi è simile a quello che produrrebbe il rigonfiamento e la morte delle mosche all’interno dei cerchi [29].

Ma se valesse l’assunto di Levengood, che le cavità da espulsione non vengono mai trovate nei campi normali, che pensare allora dell’osservazione di Lucy Pringle, che ne ha trovati entro l’Arecibo Reply, oramai quasi universalmente ritenuto un falso [30]?

La verità è che il fatto che Levengood e collaboratori abbiano trovato e descritto cavità da espulsione solo nelle piante dei cerchi, non dimostra di per sé che questi reperti siano legati ai cerchi. Una conferma di ciò viene dalle osservazioni di Juli Arndt su campi di grano canadesi sottoposti a lodging. In essi egli ha riscontrato in molte piante (non in tutte) sia allungamento dei nodi che protuberanze e cavità da espulsione (questi ultimi due reperti sono probabilmente due fasi successive di uno stesso fenomeno) [31]. In questi casi i nodi piegati erano quelli apicali; le cavità da espulsione erano presenti nel nodo immediatamente sottostante, e si aprivano prevalentemente verso il lato opposto a quello della piegatura del nodo.

Critiche all’ipotesi di Levengood

Due affermazioni di Levengood appaiono particolarmente deboli: 1) che l’allungamento dei nodi e le cavità da espulsione siano peculiari ed esclusive dei cerchi; e 2) che queste modificazioni insorgano repentinamente, all’atto della formazione dei cerchi.

Nei fatti, sia l’una che l’altra sono smentite da molti resoconti e da Levengood stesso.

Per esempio, grossolane mutazioni nelle spighe, allungamento dei nodi e cavità da espulsione furono trovate nel cerchio di Avebury del 29 luglio 1999, da cui vennero prelevati campioni una settimana dopo la scoperta [32]. Ma tale cerchio era stato realizzato, secondo il Daily Mail che l’avrebbe sponsorizzato, dal "Team Satan". Non solo, in questo caso, le alterazioni tipiche dei cerchi "veri" erano presenti in un cerchio "falso", ma lo stesso Levengood sentenziò che le modificazioni delle spighe si erano realizzate nel corso di sei settimane, con buona pace della propria ipotesi del rapido riscaldamento.

Haselhoff sostiene risolutamente che il 90% dei cerchi, chiunque li produca, è generato con l’utilizzo di calore, perché tale è necessariamente la fonte delle anomalie riscontrate dal gruppo BLT [33]; ma sembra difficile conciliare l’occorrenza di uno stress termico così forte sulle piante (tale da lasciare profonde alterazioni sia macroscopiche che a livello microscopico-tessutale) con il fatto che poi la pianta continua a crescere regolarmente (cosa che peraltro non succederebbe, secondo i cereaologi, se la pianta viene piegata con forza [34]).

Un’altra critica alle ipotesi di Levengood potrebbe essere che per le cavità da espulsione non è stata da lui proposta alcuna distribuzione delle anomalie sul modello del principio di Beer-Lambert, così come per l’allungamento dei nodi, vale a dire una loro attenuazione con l’allontanamento dal centro della formazione.

Ma l’obiezione principe all’ipotesi di Levengood sulle cavità da espulsione non può che essere la seguente: perché non si riscontra questo fenomeno in tutti i cerchi, su tutte le spiante, e su tutti i nodi di ogni pianta? Nell’area di Avebury Hill, ad esempio, nel 1998, le cavità da espulsione furono trovate solo occasionalmente [35].

Ancora, Levengood non è assolutamente in grado di spiegare perché l’effetto delle microonde si abbia solo sui nodi e non sul resto delle piante, che dovrebbero letteralmente cuocere; e come faccia poi la pianta a continuare a vegetare, addirittura con maggiore vitalità.

A queste obiezioni aggiungerei un commento dei Circlemakers, secondo i quali anche nelle loro formazioni sono state trovate più volte cavità da espulsione. Ben si comprende allora come altri osservatori abbiano spiegato il tutto più prosaicamente: dopo la piegatura delle piante, già dopo un paio di giorni, il sole causerebbe un’espansione dei nodi fino a provocare l’espulsione di materiale che a contatto con l’aria diviene subito scuro, ovvero lo stesso aspetto riscontrato dai cereaologi [36]: nulla a che vedere con l’azione delle microonde.

Francesco D’Alpa

Su www.laiko.it Dicembre 2002

Bibliografia

[1] http://www.earthfiles.com/news/news.cfm?ID=377&category=Environment
[2] http://www.diagnosis2012.co.uk/gal.htm
[3] http://www.diagnosis2012.co.uk/gal.htm 
[4] http://www.cfis.org/ubb/Forum21/HTML/000041.html
[5] http://www.bltresearch.com/pplantab.html
[6] http://ebe.allwebco.com/Sections/CropCircles/Archive/high_heat.shtml
[7] http://www.rmdavis.demon.co.uk/ufos/nathen/nat85.txt
[8] http://www.xs4all.nl/~icircle/dcircles/talbott.htm
[9] http://www.greatdreams.com/crop/andrews.htm
[10] http://www.lovely.clara.net/biophysical.html
[11] http://www.diagnosis2012.co.uk/blt1.htm#expulsioncav
[12] http://home.clara.net/lucypringle/articles/dreams.html
[13] http://korn.redirectme.net/Sistenytt/questionLevengood.html
[14] http://roswell.fortunecity.com/fate/324/crop_circles.htm
[15] http://ufopi.freehomepage.com/cropcircles01.htm
[16] http://www.kornkreisfotos.de/ser/d2002/d200206292-uk.html
[17] http://www.visi.com/~jhenry/cc3.htm
[18] http://www.dcca.nl/2002/terwolde/ter1-uk.htm
[19] http://www.aliendave.com/Cropcircle_TetonIdahoParker_2002.html
[20] http://www.kornkreisfotos.de/ser/d2002/d200206151-uk.html
[21] http://www.aliendave.com/Utah_CoveCropReportBLT.html
[22] http://www.kornkreisfotos.de/ser/d2002/d200206251-uk.html
[23] http://www.thenoiseroom.com/1999/100799rockley.htm
[24] http://www.geocities.com/cropcirclecanada/howick02fieldreports.html
[25] http://www.thenoiseroom.com/1998/22698fur.htm
[26] http://www.21stcenturyradio.com/articles/0913031.html
[27] http://www.cropcircleconnector.com/ilyes/P13t.html
[28] http://www.karenlyster.com/review2.html
[29] http://www.fgk.org/98/Berichte/Flies/ 
[30] http://home.clara.net/lucypringle/articles/chilbolton.html
[31] http://www.cropcirclequest.com/beaumont_lodged/beaumont_nodes.html
[32] http://www.diagnosis2012.co.uk/gal.htm
[33] http://www.dcocc.com/contact.htm,
[34] http://www.lovely.clara.net/education.html
[35] http://www.soulwise.net/99cropcs.htm
[36] http://www.nhne.com/specialreports/srcropcircles/fieldreport7.html