Cronovisore

Padre Pellegrino Maria Ernetti fu monaco Benedettino, musicista, celebrato storico della musica arcaica, filosofo. A partire dagli anni '50 cominciò a investigare sulla possibilità di resuscitare il passato e di vederlo come in una sorta di apparecchio televisivo.

Negli anni '60 annunciò la realizzazione del cosiddetto "Cronovisore", un misterioso apparecchio capace di recuperare suoni ed immagini di ogni tempo. Il suo funzionamento si baserebbe sul fatto che i suoni e le immagini in realtà non si cancellerebbero, ma semplicemente si attenuerebbero, restando così indefinitamente presenti in una sorta di "sfera astrale"; per tale motivo sarebbe possibile registrarli anche dopo un lunghissimo periodo. Padre Pellegrino Ernetti dichiarò di essere riuscito, in questo modo, a recuperare un'opera teatrale del 169 A.C. e di avere perfino fotografato Cristo sulla croce.

Egli sostenne di avere effettuato i suoi studi, fra Roma e Venezia, in collaborazione con una ventina di scienziati di cui non ha mai fornito i nomi. Del suo entourage faceva certamente parte Padre Agostino Gemelli. Non ha comunque mai mostrato in pubblico il suo apparecchio, ed anzi negli ultimi anni della sua vita non ne parlò più.

Se mai esso fosse stato realmente realizzato, è certo che nessuno, all'infuori della sua cerchia, ha potuto mai assistere ad alcun esperimento di cronovisione. La leggenda afferma che l'unico esemplare prodotto si trovi attualmente dimenticato in qualche sotterraneo del Vaticano, ma nessuno ha mai confermato o smentito ciò.

La figura di Padre Ernetti resta circondata da una aura di mistero. Probabilmente tutto quanto egli ha sostenuto e tutto quanto si è scritto su di lui sono puro frutto di fantasia.

La sua affermazione di avere effettivamente navigato nel tempo ha comunque suscitato curiosità ed avviato speculazioni teoriche, fra quanti credono in fenomeni paranormali come la registrazione di voci dall'aldilà. Del resto, per molti appassionati di fantascienza, i viaggi nel tempo sono più che una semplice fantasia.

Francesco D'Alpa

Sul sito www.cicap.it (14 novembre 2000)