Introduzione alla Medicina alternativa

La Medicina alternativa è sempre più un fenomeno di massa, se è vero che già nel 1993, negli Stati Uniti, oltre un terzo del popolazione faceva uso di trattamenti non convenzionali. Ma alla base di tale successo non vi è solo l'aumentata considerazione di cui godono queste pratiche, quanto in realtà la "relativa" insoddisfazione di fronte alla medicina scientifica, cui si associa un diffuso sentimento antimodernista, antiscientifico e "ambientalista". Un ruolo importante nell'attrarre consensi lo ha l'atteggiamento, vero o presunto, dei medici alternativi, che sembrano interessarsi all'insieme dei problemi dell'individuo malato anziché alla patologia dei singoli organi e apparati; tale atteggiamento viene particolarmente apprezzato nel mondo attuale in cui già la realtà quotidiana di ciascuno è piuttosto frammentata. In realtà, la sempre maggiore specializzazione delle branche della medicina scientifica non nasce da una scelta ideologica, ma piuttosto dall'esigenza pratica di circoscrivere l'ambito personale di interesse di ciascun medico per consentirgli un soddisfacente approfondimento ed aggiornamento di tematiche specifiche. Questo problema non viene sentito dalla maggior parte dei medici alternativi, cui la diagnosi clinica importa assai poco e per i quali la terapia è rivolta soprattutto ai sintomi in sé, ed in primo luogo a quelle manifestazioni generiche che accompagnano la maggior parte dei quadri morbosi (come il senso di malessere generale, la depressione, la stanchezza, l'insonnia, i disturbi sessuali) e contro cui funzionano spesso assai bene anche degli accorgimenti generici come il controllo della dieta, delle emozioni e dello stile di vita. Non sempre comunque, va sottolineato, questa cosiddetta visione "olistica" viene rispettata anche nel campo dell'alternativo.

Fra le ragioni dell'avanzare delle medicine non convenzionali vanno elencati motivi culturali eterogenei. Una possibilità è che la fascia di età più importante nel consumismo legato alla salute è oggi costituita da quanti sono cresciuti nella cultura degli anni Sessanta, che aveva fatto dell'alternativo e dell'irrazionale in genere una ragione di vita.

Nel cercare di inquadrare correttamente il fenomeno, è tuttavia doveroso darne una delimitazione quanto più possibile realista. Innanzitutto parlare tout-court di Medicina alternativa può essere fuorviante, perché in effetti non esiste una medicina alternativa ma tante medicine alternative, in parte assolutamente contrapposte ed incompatibili fra loro, unite nella definizione solo per la comune contrapposizione e spesso ostilità alla medicina scientifica. In secondo luogo la definizione di Medicina alternativa include pratiche che non sono proprie della cultura alternativa, ma hanno invece accompagnato la medicina sin dalle sue origini (mi riferisco ad esempio alla pratica del digiuno; ai supplementi dietetici etc..); la cultura alternativa le ha solo rese prioritarie rispetto ad altri aspetti della prevenzione, igiene e terapia, mentre la medicina scientifica si è sempre più in un certo senso specializzata nello studio della malattia in senso stretto.

Una discreta parte del successo delle medicine alternative, è dovuto alla crescente confusione del pubblico rispetto ai concetti ed ai progressi della scienza. La grande diffusione di riviste e rotocalchi che pubblicano notizie "scientifiche" non correttamente divulgate, è una importante causa di fraintendimenti. Appare particolarmente dannosa, a questo proposito, la presenza di una vastissima opera di divulgazione su argomenti propri delle zone ombra della scienza, su aspetti marginali delle nuove tecnologie, sulle nuove incerte frontiere e sulle controversie della ricerca scientifica: fattori che, anziché generare positivo interesse, incutono diffidenza, perplessità e timori.

Al confronto con le turbolenze e le contraddizioni della ricerca scientifica, che non può essere lineare ed implica sempre una buona necessaria dose di errori, l'immagine pubblica dei "guru" dell'alternativo appare assai più rinfrancante. Il classico medico alternativo non ha dubbi sui suoi principi e sulle sue competenze; manifesta entusiasmo per il suo lavoro; se divulgatore assume un tono evangelico ed illuminato; è bravo a citare in suo favore la casistica negativa della medicina scientifica; dispone sempre di una propria gratificante casistica aneddotica.

Gran parte della medicina alternativa gode di potenti alleati: la voglia di credere, che sembra ineliminabile dalla natura umana, ed il bisogno di avere fiducia in qualcuno, oltre ogni speranza: ciò che la medicina scientifica non sa offrire adeguatamente.

Purtroppo una parte dell'ostilità verso la medicina ufficiale deriva dal contenzioso, verso i medici o verso singoli atti medici, particolarmente ampio proprio negli Stati Uniti. Occorrerebbe distinguere tale ostilità ad personam, per lo più derivante da "malpractise", dalla messa in discussione della validità generale dell'impianto stesso della medicina scientifica, cosa a cui nel profondo certamente non crede la maggior parte di quelli che si rivolgono all'alternativo. E' curioso rilevare come il ricorso alla medicina alternativa stia dilagando proprio nel momento in cui la medicina scientifica ha i suoi maggiori successi. Non è stato così, in periodi in cui non si sapevano capire e curare le malattie più importanti. Allora la medicina ufficiale somigliava in qualche modo alla medicina alternativa di oggi, con i suoi simbolismi, le analogie cosmiche, la casistica, le risorse del naturale e dell'empirico.

Una delle critiche attuali alla medicina ufficiale è che gran parte dei medici usa medicinali che non conosce, o cura malattie che non sa definire, o si affida a metodi di fatto non scientifici; tali obiezioni non toccano però l'impianto complessivo della medicina scientifica, ma solo la pratica dei singoli medici; mentre invece le medicine alternative, per proprio statuto, ignorano la vera essenza delle malattie e la vera azione dei propri rimedi, né si preoccupano di spiegarsele razionalmente.

Leggendo libri e riviste di "Medicina naturale", si resta sconcertati dalla quantità di informazione fasulla veicolata anche da testi a larga diffusione. Una caratteristica di questo tipo di pubblicistica è la assoluta mancanza di approfondimenti. Altri aspetti, fortemente squalificanti, sono il riduzionismo a scarne teorie elaborate (anche molti secoli fa) da pochi cosiddetti pionieri e la pressoché assoluta mancanza di una sostanziale evoluzione nel tempo. La presenza di un numero enorme di scuole alternative diverse, è una prova in più della arbitrarietà delle teorie alternative, perfino nell'ambito di una stessa dottrina (come l'omeopatia); la mancata ufficializzazione, anche all'interno del mondo dell'alternativo, di un corpus dottrinario, non fornisce inoltre alcuna garanzia sul grado di effettiva preparazione di questo tipo di medici, al di la di ogni discussione sulla validità delle loro teorie.

L'altra nota dolente dell'alternativo è rinuncia, per lo più implicita, nonostante certi proclami, alla razionalità.

Fra i meriti della medicina alternativa si cita spesso quello di offrire tecniche e punti di vista che integrano e in alcuni casi supererebbero in modo evidente ciò che offre la medicina tradizionale. Questa affermazione va a mio avviso corretta. In quanto all'integrazione, vi sono molti dubbi che la medicina scientifica possa essere effettivamente integrata, giacche moltissime fra queste pratiche (ad esempio il termalismo, l'idrologia e la dietetica) sono state da sempre considerate, magari marginalmente, dalla medicina scientifica, ed il demerito della medicina non è caso mai quello di non averle studiate ed apprezzate, ma quello di averle marginalizzate. Molti terapeuti alternativi, come i chiropratici, possiedono in effetti eccellenti capacità, ma solo in un ambito tecnico-operativo e non necessariamente nel senso da loro creduto, poiché, ad esempio, una cosa è avere affinato delle tecniche di intervento manuale ed un'altra avere la capacità di guarire tramite queste le malattie dei visceri.

Personalmente ritengo che molte terapie naturali non siano altro che evidenti sopravvivenze di pratiche prescientifiche, e proprio in quanto tali non ha molto senso mantenerle nell'armamentario fondamentale del terapeuta. Sul fatto che l'efficacia della medicina alternativa superi in qualche caso quella della medicina scientifica è indubbio che questo potrebbe anche teoricamente accadere, proprio perché la scienza non può essere mai esaustiva; però non vi può essere dubbio sul fatto che come sistema globale la medicina scientifica non ha nulla da imparare da quella alternativa.

La sbandierata unitarietà dell'approccio alternativo discende solo dalla sua estrema semplificazione di quanto in realtà è assai più complesso. La vera risorsa dell'alternativo, in effetti, è il suo costante richiamo ad una immagine del mondo onnicomprensiva ed appagante, quanto più possibile semplice, quale solo le religioni storiche potevano offrire.

Nella pubblicistica più recente, le medicine alternative vengono sempre più etichettate come "complementari". Ciò potrebbe derivare da due diverse esigenze. Da un lato vi è l'evidenza che nessun sistema medico alternativo regge il confronto con la medicina scientifica e se vuole sopravvivere deve in qualche modo porsi in posizione ancillare e rinunciare alle proprie spiegazioni, adattandole in qualche modo a quelle della scienza "ufficiale"; in secondo luogo come tentativo di entrare dalla porta di servizio nelle strutture mediche, ponendosi non più in alternativa ma in qualche modo al servizio della medicina scientifica, accettandone molti acquisizioni e riempiendo delle nicchie di intervento.

Francesco D'Alpa

Pubblicato su www.cicap.it  (14 novembre 2000)


Per saperne di più:

"Nel nome della scienza", di Martin Gardner. Transeuropa, Ancona, 1998
Una vera Bibbia per lo scettico, con una ampia sezione sulle ‘medicine alternative’ (recensione su "Scienza e paranormale", n. 32).

"Guarire dall’omeopatia" di Stefano Cagliano. Marsilio, Venezia 1997.
Un giornalista ne illustra criticamente origini, idee e diffusione.

"Homeopathy - the ultimate fake" di Stephen Barrett, M.D. 
http://www.quackwatch.com/01QuackeryRelatedTopics/homeo.html )
Pagina scettica sulla omeopatia sul sito Quackwach

"Omeopatia" sul sito Skepdic.com
http://skepdic.com/homeo.html
Un commento scettico alla dottrina omeopatica.

"Why Health Professionals Become Quacks" di William T. Jarvis, Ph.D.
http://www.quackwatch.com/01QuackeryRelatedTopics/quackpro.html )
Analisi di alcune fra le motivazioni che spingono i medici ad abbracciare le medicine alternative, nonostante la assenza di evidenze scientifiche.

"Guida critica alle medicine alternative" di Steven Bratman. Zelig Editore, Milano 1999.
Una guida abbastanza, abbastanza critica, sulle medicine naturali, anche se non del tutto parziale (scritta da un medico che le pratica attivamente), che tenta di legittimarne molti aspetti. Il quarto capitolo è dedicato alla naturopatia.

"Omeopatia. Un ponte tra biologia e psicologia", a cura di Nicola del Giudice. Nuova Ipsa Editore. Palermo, 1998.
Il punto di vista dei moderni omeopati, alla ricerca di una spiegazione scientifica dei presunti effetti dei preparati omeopatici. Le ricerche riportate sono per lo più piuttosto autoreferenziali e manca un contradditorio con la controparte critica.