Le cosiddette apparizioni mariane di Fatima
Una breve sintesi storica
Nel momento in cui inizia il fenomeno apparizionario, il Portogalllo è un paese povero ed arretrato. C’è una serrata competizione fra le forze anticlericali e massoniche, che sono al potere, e quelle clericali, monarchiche e restauratrici, che cercano di riprenderlo. Nelle campagne dominano l’ignoranza e l’analfabetismo; molti non sanno neanche esattamente contro chi si combatte la guerra, e pregano affinché si concluda al più presto.
Fra il popolo portoghese le immagini della Madonna sono le più diffuse. Il suo culto è più popolare di quello di Cristo, e fortemente intessuto di usanze pagane: Vergine del latte, dei mattinieri, del successo, del buon parto, della Santa Agonia. La stessa festa del Corpus Domini prevede a Lisbona una processione in cui sfilano raffigurazioni di Bacco, satiri, ninfe, una Venere seminuda e perfino un S. Sebastiano nudo. Il culto dei santi, ritenuti mediatori efficaci per le necessità quotidiane, è più sentito di quello reso a Dio. La Chiesa tollera, se non anche incoraggia, queste pratiche, nel timore di perdere il supporto popolare.
A dispetto della sostanziale ortodossia, esiste un diffuso atteggiamento magico, che suggestiona particolarmente giovani e bambini; ed ogni villaggio rurale ha i suoi visionari, maghi e guaritori.
La ‘Missione abbreviata’ (‘Missão Abreviada’) è il libro più venduto in Portogallo nell’Ottocento; pubblicato per la prima volta a Porto nel 1854 e ristampato fino al 1904.
Il suo autore, Manuel José Gonçalves Couto (1819-1897), era stato ordinato sacerdote all’età di venticinque anni; visse povero, dedito alla preghiera e ad una predicazione itinerante, sistematica ed esigente, di carattere medievalista, apocalittica, terrorizzante, centrata sulla pena dell'inferno.
Il suo testo nasce come supporto alla predicazione, e sin dal suo apparire ha una enorme importanza nell’orientare lo stile di vita dei cattolici portoghesi. Presto diviene una sorta di Bibbia del popolo.
La descrizione originaria delle apparizioni della Madonna, nel 1917, appare perfettamente in linea con i modelli di Lourdes e La Salette e con lo stile ed il contenuto predicatorio della ‘Missione abbreviata’. Quest’ultimo legame è talmente importante che la maggior parte dei biografi, soprattutto i primi, hanno fatto di tutto per nasconderlo.
Lucia bambina era certamente suggestionata da quei modelli, che avrebbe poi collocato al centro della propria esperienza apparizionaria, né ci si sarebbe potuta aspettare da lei alcuna capacità critica.
Un fatidico giorno, il 13 maggio 1917, l’attenzione di Lucia è tutta per la predica del parroco, che ha appena riferito della richiesta del Papa di pregare per la pace. È domenica, e come fa da qualche tempo, dopo la messa Lucia va al pascolo con i suoi due piccoli cugini, che la considerano quasi una piccola mamma, cui credere e obbedire.
Durante la pausa per il pasto, Lucia ha una delle sue visioni, stavolta ben distinta; ed i suoi cugini affermano anch’essi di vedere una bellissima signora. Ma probabilmente, anzi quasi certamente, è solo Lucia che ‘vede’ e ‘parla’ con l’apparizione e che suggestiona i cugini, cui in seguito comunica certi suoi ‘pensieri’.
Giacinta era una bambina spensierata, ma fu condizionata dalla mitomania della cugina. La sua vita si concluse dopo un lungo calvario di sofferenza fisiche, che agiografi disumani celebrarono come un persorso di edificazione spirituale
La sua tristezza ed i suoi presagi funerei durante la malattia non avevano nulla a che fare con le rivelazioni descritte da Lucia e non lasciano trapelare affatto una proiezione in un aldilà felice, illuminato dal conforto delle parole della Madonna.
Potremmo ben definirla una picola martire della predicazione antievangelica.
Francesco fu uno strano protagonista di Fatima, presunto testimone di una apparizione con la quale non ebbe alcuna relazione personale. Solitario, taciturno, fin troppo obbediente, pronto ad accontentarsi in tutto; sicuramente un sempliciott
Lucia lo descrive come un rinunciatario, che badava più al quieto vivere che non a difendere i suoi diritti; un timido, ma con interessi forti e ben radicati.
Gli agiografi non possono però fare a meno di esaltarlo, in quanto anche lui ‘eletto dal cielo’: quasi chiaroveggente, con il distacco dei Santi, interamente dominato dall'idea di Dio, tormentato dall'idea di salvare i peccatori.
Il suo immaginario ritratto agiografico copre una quasi assoluta mancanza di notizie sulla sua reale personalità.
Lucia è la protagonista principale e determinante delle presunte apparizioni.
Non sa leggere, come quasi tutte le bambine e le donne del circondario, e come la maggioranza degli uomini; ma assimila bene quanto vede e ascolta: il catechismo, le prediche in chiesa e quelle dei missionari itineranti.
L’educazione familiare e sociale e quella strettamente religiosa esaltano in lei le caratteristiche del pensiero infantile: dipendenza dall’autorità, egocentrismo, antropomorfismo. Le sue fantasticherie sono dominate da scene religiose, da immagini bibliche e dalla paura del fuoco dell’inferno.
Facilmente suggestionabile, da piccola crede di vedere la sua Madonna; e le resta fedele per tutta la vita, contro tutto e contro tutti.
Antonio de Oliveira Salazar, dopo avere rinunciato alla carriera ecclesiastica intraprende la vita politica, divenendo prima ministro e poi presidente del consiglio.Instaurata la dittatura, su di un modello nazional-cristiano e fascista-corporativo non lesina il suo sostegno alla chiesa, generosamente ricambiato. La crescita di Fatima è strettamente legata alla sua vicenda politica e Lucia lo presenta come uomo inviato da Dio.
Il cardinale Cerejeira, primo vescovo della restaurata diocesi di Leiria-Fatima, compagno di studi di Salazar. Inizialmente avverso alle apparizioni, si interessa poi ampiamente alla vicenda dei pastorelli. Sottrae Lucia alla povertà del suo paese ed alla curiosità della gente; ma in pratica la rende una reclusa. Comprende subito l'importanza di ciò che può derivare dalla storia delle apparizioni e gioca bene le sue carte per diversi decenni. Fra i tanti costruttori di Fatima è lui ad avere a lungo il ruolo di regista.