Dal ‘Candido’ a ‘Operazione pretofilia’ (passando per Bernstein)

di Francesco D’Alpa

 

Dici satira, ironia, e pensi subito a Voltaire: che ne fu inimitabile maestro; che se ne armò per combattere ingiustizie, fanatismi e ferocia ideologica. Ironia che spezza l’odio e restituisce all’uomo il senso del limite, conducendolo alla tolleranza; satira che combatte con particolare veemenza le censure ed i pregiudizi delle religioni e degli uomini di chiesa, nemici della libera ricerca del bene del singolo.

Nel più celebre forse degli scritti voltairiani, “Candido”, il protagonista incontra ogni male fisico e spirituale immaginabile: maremoti, terremoti, guerre, naufragi, saccheggi, cannibalismo, epidemie, assassini, furti, stupri, torture, corruzione, schiavitù e via dicendo; ed i preti non li si rintraccia solo nell’Eldorado, che è il più accettabile fra i luoghi rappresentati. L’ironia di Voltaire, fervido difensore della ragione e della libertà di coscienza, vuole dimostrare che la storia non ha nulla a che vedere con il mondo meraviglioso dipinto dalle religioni, che non c’è alcuna provvidenza dietro ciò che accade, che i popoli religiosi non sono migliori di quelli irreligiosi, e, per citare una delle sue massime più celebri, che il nostro non è, come invece sostiene (sulla scia di Leibniz) l’ottimista precettore Pangloss, il ‘migliore dei mondi possibili’. Per questo, pur senza bandire del tutto una qualche idea di dio, tutte le religioni, egualmente false, vanno combattute: prima fra tutte quella cattolica, fanatica ed intollerante.

Una satira per tutte le stagioni, che in ogni epoca trova nemici e detrattori, ma anche imitatori ed epigoni. Se ne sono resi ben conto i melomani italiani nel 2007, assistendo al celebre “Candide” di Bernstein, nella versione del regista Robert Carson (fortemente attualizzata rispetto all’originale di Broadway) che aveva riscosso un enorme successo a Parigi. Nella riproposizione scaligera, restava la scena dei re spodestati e naufraghi mascherati da Bush, Blair, Putin, Chirac e Berlusconi (in costume da bagno confezionato con le rispettive bandiere) ma sparivano, rispetto all’originale parigino, la vecchia lady che si racconta come figlia di un papa polacco e l' allegro e molesto gesuita pedofilo: troppo ardire evidentemente, come ha notato la stampa più disincantata, in una città che dovrebbe essere laica ma dove chi comanda esibisce massima devozione religiosa.
Ma la satira sopravvive a queste censure; ed ecco ad esempio esplodere il caso di “Operazione pretofilia”, il videogioco (ispirato al documentario della BBC «Sex, Crimes and Vatican») che ha fatto infuriare i politici cattolici. Il micromondo virtuale entro il quale si muove il giocatore è una satira dell’universo pedofilo dei preti cattolici: una rappresentazione di parte ma a suo modo assolutamente corretta della realtà (come lo era in effetti il “Candido”). E scopo del gioco è quello di supportare l’istituzione più impegnata in difesa dei pederasti (la Chiesa Cattolica) coprendo gli abusi, silenziando gli scandali, intimidendo le vittime, trasferendo e nascondendo altrove i colpevoli (non ostacolati da genitori intimiditi e omertosi) prima dell’arrivo della polizia. Come in “Candido”, l’osceno (invocato dai critici) non è nella rappresentazione ma negli eventi che essa riflette. Come dire: del buon uso, da senza-dio ed in linguaggio dei nostri tempi, della satira, a dispetto di chi ha protestato contro una presunta colpevole offesa alla sensibilità umana e religiosa.