Astrologa, cosmopetologa ed astrofica (in salsa ateista)

di Francesco D’Alpa

 

Qualche anno fa, nel corso di un comizio a Nuoro, il premier Silvio Berlusconi, in uno dei suoi frequenti attacchi alla RAI, ebbe a dire: “Quando vado sulla tv nazionale in seconda serata mi bastano cinque minuti per sentire qualcosa contro di me: l'altra sera c'era addirittura un'astrologa che mi attaccava”. [1] L’astrologa in questione (o meglio: l’astrofisica Margherita Hack) aveva in effetti fortemente criticato in diverse occasioni il leader PDL, e non si sa quanto la rozza definizione del premier fosse (come d’abitudine) calcolata o non piuttosto involontaria. Fatto sta che la definizione entrò in qualche modo di slancio fra i connotati biografici (denigratori o umoristici) della scienziata toscana.

In mortem della Hack ha fatto di peggio Libero, proponendo per lei, in un suo titolo sul Web, il ‘lusinghiero’ epiteto ‘astrofica’. [2] Di fronte all’incredulità ed allo sdegno per questa sortita (volontaria? involontaria?) peraltro di immediata risonanza mediatica, i redattori del sito si sono prontamente dati da fare per dimostrare la loro buonafede nella vicenda, dato che l’articolo proveniva dall'agenzia di stampa Adnkronos. Ma, nel lancio di agenzia, di astrofiche non c’era l’ombra! A supporto di una più diretta responsabilità del redattori di Libero, c’è invece il dato che nel contempo essi sembravano quasi ridere sotto i baffi nel sottolineare che “Margherita Hack è stata oltraggiata, proprio nel giorno della sua morte, sulla pagina Wikipedia a lei dedicata. Poco dopo aver appreso della scomparsa dell'astrofisica italiana novantunenne, c'è chi si è divertito a insultarla sulla nota enciclopedia libera, in cui gli utenti sono autorizzati a creare contenuti e ad aggiungere informazioni: al posto della sua biografia, sotto nome e cognome, campeggiava la scritta <É finita per te cazzo>". [3] Altro indizio di malanimo: sul loro sito è tuttora presente il link ad una pagina (ironica o oltraggiosa?) che dovrebbe essere intitolata “Addio alla Hack: le auguriamo di avere sbagliato i suoi calcoli”, ma che invece contiene un articolo sulla stessa Hack intitolato : “E' morta Margherita Hack”, per nulla diffamatorio (che si tratti di una pudibonda revisione orwelliana di quello soppresso?).

La partitaccia di Libero è quanto meno indicativa, a mio avviso, dell’astio per partito preso (e conseguentemente del disinteresse) verso la Hack; di quanta poca attenzione essa godesse; di come si stimare tanto poco la notizia della sua morte, da consentire un così ‘cosmico’ refuso.

 

Convinti invece come siamo, noi dell’UAAR, della grandezza della nostra presidentessa onoraria, non mi sembra quasi necessario comporne oggi un necrologio elogiativo ‘di parte’, quanto piuttosto elogiarne per contrasto la memoria attraverso la cernita del fango che le è stato indebitamente gettato contro da chi non ne poteva contrastare, con argomentazioni sensate o con dimostrazioni scientifiche, le convinzioni e le tesi; primi fra tutti (manco a dirlo) i soliti circoli integralisti ed antirazionalisti cattolici. Ma andiamo con ordine.

 

In casi come questi, un redditizio approccio, per evitare di citare i meriti della controparte, è spesso quello di ignorarla, per quanto possibile. Questo potrebbe essere il motivo per il quale la Diocesi di Trieste, città di adozione della Hack, si è limitata a commentare lapidariamente: “La Diocesi di Trieste, appresa la notizia della morte dell’artrofisica [sic!] Margherita Hack onora il suo lavoro di scienziata e di donna presente con le sue posizioni laiche nella vita sociale. Pur su contrapposti fronti la Chiesa tergestina le offre il suo riverente e rispettoso saluto”. [4]

Avvenire, giornale dei vescovi, non potendo evidentemente sottrarsi (per la notorietà del personaggio)  ad un commento più ampio ed argomentato, ha invece scelto con evidente arguzia una subdola strategia di discredito, inframezzando malcelati sarcasmi ai doverosi elogi: “partecipava alle adunate organizzate dal regime divertendosi un mondo […] Poi s’imbatté nella scienza e nel 1945 si laureò, con 101/110, in fisica all’Università di Firenze” (‘solo’ 101! Dunque una scienziata di serie B?). Margherita ed il marito Aldo “non avevano figli, per scelta deliberata, e supplivano alla mancanza di affetti filiali ospitando nella loro casa […] parecchi cani e gatti, su cui riversavano grandi dosi di tenerezza”. [5] E che dire dell’essersi sposata in Chiesa! Una incoerenza fra le tante! D’altra parte, la Hack,  “in materia di fede […] negli ultimi [anni] aveva assunto un atteggiamento battagliero e non di rado schematico. Entrata a far parte del nutrito drappello di «presidenti onorari» dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar), aveva adattato il suo spiritaccio toscano agli standard dell’associazione, che purtroppo non si segnala per sottigliezza speculativa”. [6]

Non ultimo, la Hack aveva ascendenze ‘teosofiche’, che per la verità competono al padre (protestante) ed alla madre (cattolica!) più che a lei stessa, che della teosofia avrebbe invece condiviso solo alcuni atteggiamenti di per sé non disdicevoli, quali l’universalismo e la scelta vegetariana.

Sull’argomento teosofia si è espresso in maniera molto esplicita (ma, ritengo, del tutto inappropriata) Renato del Bosco, lamentando il “vuoto dell’ateismo di Margherita Hack”: “L’ateismo, scientista o meno che sia, è sempre contaminato dal pensiero anticristiano vero: gnosticismo, magismo, paganesimo, satanismo. Ciò era vero centinaia di anni fa così come lo è oggi ancora. Il vegetarianesimo – altro culto deviante […] è per forze di cose una pratica anticristiana. Negare l’assunzione di carne, rende inservibile il fulcro di tutta la Chiesa, ossia la Santa Messa, dove il fedele crede (dovrebbe, almeno) di mangiare la carne di Dio che si è sacrificato per noi.  Le persone che provano orrore a mangiare della carne di animale – un numero ahinoi sempre più alto – considereranno barbara e ripugnante l’idea di cibarsi del corpo di Cristo transustanziato. A me pare si tratti di un disegno ben preciso, un’operazione di sensibilizzazione su larga scala che porta inevitabilmente le genti a considerare ancora più simbolico – cioè, inutile – l’atto stesso della Messa, e di qui all’emarginazione morale e fisica della Chiesa Cattolica”. [7]

 

Il peggio sulla Hack è ovviamente venuto alla luce laddove non esistono freni né censure, dove comanda il ‘rumore’ della rete. Ad esempio (con spirito ‘cristiano’ degno di un persecutore di eretici dei bei tempi passati) per mano di un anonimo su Youtube: “Finalmente questa vecchia ha smesso di estorcere soldi con le sue furbe ‘comparsate’. Ora che è passata ‘a miglior vita’, almeno ha smesso di rompere le scatole a tutti, era ora, chissà a chi avrà lasciato i suoi fondi, le sue ricchezze, rubate in nome della Scienza. Peccato che non abbia passato i suoi ultimi anni in una bella casa di riposo a vergognarsi della sua attività, sputando il suo odio sulla fede e sui credenti. L'avessero sedata anzi che mandarla in tv, ora finalmente ha tolto il disturbo!” [8]

Ma in quanto a volgarità i lettori del Giornale non sono stati secondi a nessuno: “Una prece. Beata anche essa. Ha finito di soffrire alla veneranda età di anni 91 ‘l'astrologa kommunista’ non vedendo realizzare il suo sogno malsano, laddove il comunismo come il fascismo che pari sono arcinemici del popolo mondiale, di disgregare l'umanità. […] Non rimane che provare una intensa pena e nello stesso tempo sollievo per certi personaggi che nulla hanno fatto se non tirare l'acqua al proprio mulino spargendo chiacchiere inutili se non dannose per ergersi a paladini dell'Umanità. Nulla siamo e nulla...resterai. Amen! Meno male che il tempo non trascura nessuno”; “Senza il conforto di Dio ora è condannata a bruciare in quell'inferno in cui non ha avuto l'umiltà di credere”. “Era di sinistra per cui non è una gran perdita. In tutta la sua vita non ha mai fatto o detto qualcosa che una persona seria si potesse prendere la briga di rammentare”. [9]

 

Ma rinuncio ad una facile compilazione delle volgarità di chi peraltro ‘non ci mette la faccia’; e passo dunque alle opinioni di quanti, da un gradino un poco più alto, sottoscrivono anch’essi, più o meno qualificandosi, critiche ed insulti.

La ‘Chiesa di Cristo di Roma’ ha scelto la via dell’elogio del ‘sano laicismo’, palesemente ad uso interno e per contrapporre la Hack alla massa degli atei cattivi, scrivendo: “È recentemente deceduta l’astrofisica italiana di fama internazionale Margherita Hack (1922-2013), donna di grande valore sia in campo scientifico sia in ambito civile e politico. Era un’atea convinta, ma era anche una persona pensante, ben diversa quindi dalla massa degli atei che formano oggi la religione della maggioranza, quella di chi sembra escludere a priori dalla propria vita ogni aspetto religioso, per ricercare solo il piacere e il materialismo. Quando Margherita Hack parlava del suo ateismo lo motivava spesso coi pessimi comportamenti della chiesa ufficiale, ai quali si riferisce spesso anche il vescovo di Roma”. [10]

Quasi inaspettatamente, ma certo sempre ‘ad maiorem gloriam dei’, qualcosa di simile viene dal campo degli anti-UAAR dell’UCCR capaci di strumentalizzare del tutto  impropriamente certe affermazioni della Hack, quale ad esempio: “Gesù è stato certamente la maggior personalità della storia. Il suo insegnamento, se è resistito per 2000 anni, significa che aveva davvero qualcosa di eccezionale: ha trasmesso valori che sono essenziali anche per un non credente”. [11] Quasi dimentichi, tuttavia, che la Hack non riteneva Gesù né un Dio né tantomeno il suo figliolo.

Ma al di là di questa interessata citazione, il discredito dell’UCCR sulla Hack è ampio: “Desideriamo riflettere sul suo profilo pubblico e con rammarico dobbiamo sottolineare come anche la nota astrofisica abbia approfittato spesso della sua indubbia autorità scientifica per fare affermazioni di tipo filosofico-religioso particolarmente impregnate di luoghi comuni ed errori superficiali, cosa che capita sempre a chi si occupa di un campo estraneo alla sua competenza”. [12] Non sorprendiamoci: qualche tempo prima aveva fatto di peggio Lanfranco Pace, definendo la Hack “nipote ritardata del positivismo ottocentesco”. [13]

 

Passiamo ora ad alcune critiche rivolte più genericamente alla ‘intellettuale’ Hack. L’anonimo L.P., lamenta il suo “conformismo intellettuale”, “ la cecità intellettuale della scienziata che si rifiutava a priori, e per scelta illogica, di credere in Dio preferendogli il Nulla (maiuscolo!)”. [14]

Elio Bronuri aggiunge: “Un coro di elogi sono comparsi su tutti i giornali e hanno invaso la Rete. I commenti più entusiasti sono venuti da sinistra e da quelle correnti impegnate nella lotta per i diritti di gay, lesbiche e transessuali. La scienziata faceva parte anche dell’Unione atei agnostici razionalisti (Uaar), un’associazione di propaganda di un umanesimo materialista e ateo. […] Era convinta che tutto ciò che si dice in ambito religioso fosse privo di qualsiasi razionalità, e lo diceva con il cipiglio e la verve di una propagandista  […] ha usato la propria fama di scienziata per dare una patina di ragioni scientifiche a scelte esistenziali del tutto personali e rispettabili come quelle di chiunque. Le sue posizioni religiose o meglio anti-religiose non hanno nulla di scientifico e non sono collegabili con l’astronomia o la fisica”. [15]

Secondo un altro anonimo opinionista, i giornali ricorderanno la Hack “soprattutto per l’ateismo militante. In quanto tale, in effetti, come hanno riportato quasi tutti i necrologi apparsi oggi in internet, era stata anche nominata presidente onorario dell’UAAR, acronimo di ‘Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti’, una simpatica «associazione di promozione sociale» composta da circa 4 mila individui che, non avendo evidentemente un cacchio da fare nella vita, passano il tempo a combattere per l’abolizione del Concordato, a promuovere lo ‘sbattezzo’ dei cattolici e altri simili insani trastulli”. [16]

E d’altra parte, “di lei sono maggiormente note le sue posizioni atee e liberiste in campo etico più che la sua attività scientifica.  […] A dei bambini di una scuola l’astrofisica toscana disse che il Big Bang era stato come una ‘grande scorreggia dell’Universo’. Giorgio Israel, docente a La Sapienza di Roma, battezzò questa teoria come la ‘cosmopetologia di Margherita Hack’. […] In campo etico era a favore di aborto, eutanasia (redasse un testamento biologico), fecondazione artificiale, sperimentazione sugli embrioni umani (ma contraria alla sperimentazione animale) perché ‘l’embrione è solo una cellula‘ e omosessualità. In relazione a quest’ultimo tema nel 2010 fu premiata a Torre del Lago Puccini come ‘Personaggio gay dell’anno’”. [17]

Una affermazione di questo articolista va particolarmente segnalata: “La vicenda mediatica della Hack è comunque paradigmatica di una certa strategia del fronte laicista e pro-choice. Si prende un esperto in un settore scientifico e lo si fa parlare di tutto, sicuri che la qualifica di ‘scienziato’ lo accrediterà alle grandi masse come ‘persona infallibile’. Il camice bianco o la provetta in mano è prova certa dell’esattezza dell’affermazioni dello scienziato anche in campi a lui sconosciuti. Che si parli di stelle o di ovociti è la stessa cosa: la Hack non poteva sbagliare. É dunque un’operazione che vede l’estensione indebita di una competenza scientifica in ambiti dove non sussiste questa competenza”. [17] Una accusa che può essere facilmente respinta al mittente, giacché i cattolici si sono sempre serviti di tale artificio per accreditare quanto più gli faceva comodo (caso paradigmatico ne è la vicenda Lourdes-Carrel!).

Per molti commentatori, quello della Hack sarebbe dunque “Un caso mediatico, non scientifico”, secondo l’equazione: “Margherita Hack è una scienziata, quindi, quando parla lei, parla la scienza. In altre parole: ciò che dice lei è sempre vero, esatto come una formula matematica o come la legge di gravità [ma] non basta una laurea in astrofisica per essere un grande astrofisico [e] aver studiato astrofisica non significa di per sé conoscere la storia e la filosofia.” [18]

Quanto bastano invece una laurea in teologia od una infarinatura catechistica per parlare ex-cathedra di cosmologia e di astrofisici?

 

 

[1] Tv  di Stato non degna di un paese civile .  Corriere della sera, 17 gennaio 2009

[2] Scienziati: è morta Margherita Hack, icona dell’astrofica mondiale. www.liberoquotidiano.it, 29 giugno 2013.

[3] Margherita Hack: ingiurie su Wikipedia. www.liberoquotidiano.it, 29 giugno 2013

[4] In morte della astrofisica Margherita Hack. www.diocesi.trieste.it, 29 giugno 2013

[5] Giuseppe O. Longo, Hack: stelle, polemiche e divulgazione. Avvenire, 29 giugno 2013

[6] Alessandro Zaccuri, La figlia dei teosofi che non credeva in Dio. Avvenire, 9 giugno 2013

[7] Roberto del Bosco, Margherita Hack e la teosofia. www.fedecultura.com, 6 settembre 2012

[8] www.youtube.com/watch?v=ASFTcYL426E, 29 giugno 2013

[9] Luca Romano, È morta l'astrofisica Margherita Hack. Aveva 91 anni. www.ilgiornale.it, 29 giugno 2013

[10] Dio e Margherita. La recente morte della astrofisica atea Margherita Hack può far riflettere anche chi crede. www.chiesadicristoroma.it, luglio 2013

[11] Margherita Hack, Dove nascono le stelle. Sperling & Kupfer, Milano 2004, pag. 198.

[12] Margherita Hack: «La figura di Gesù è essenziale anche per me». www.uccronline.it, 29 giugno 2013

[13] Lanfranco Pace, Il mal di neutrini di Odifreddi & Co. www.ilfoglio.it, 24 febbraio 2012

[14] L.P., Conformismo intellettuale. www.unavox.it, giugno 2013

[15] Elio Bromuri, Margherita Hack, la ragione e la fede. www.lavoce.it, 5 luglio 2013

 [16] Margherita Hack se ne va proprio adesso che l’ateismo dell’UAAR diventa religione. www.segnideitempi.org, 1 luglio 2013

[17] Tommaso Scandroglio, Margherita Hack, un ateismo poco scientifico.  www.lanuovabq.it, 30 giugno 2013

[18] Francesco Agnoli, Margerita Hack: un caso mediatico, non scientifico. www.libertaepersona.org,  29 giugno 2013