Recensione a:

Incontro di civiltà. A cura di Francesco Valerio Tommasi.
ISBN 978-88-498-3467-3.
Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2012, pp. 176.

 

Questa raccolta di brevi interventi sul tema dello scontro di civiltà tradisce un pregiudizio: che la soluzione ai più preoccupanti conflitti odierni possa giungere da una pace costruttiva fra i tre monoteismi. Francamente, una utopia. Basta guarda alle guerre del passato; a come e quanto religioni dichiaratesi ‘pacifiche e pacificatrici’ hanno fomentato e mantenuto un conflittualità perenne, fra gli stati ed al loro interno. Ma anche un controsenso, se prendiamo in considerazione l’inarrestabile declino del cristianesimo in Occidente, anche sul piano politico.

Possiamo realisticamente stimare come religione di pace, una che nei suoi libri sacri ridonda di richiami all’unico esclusivo dio, al quale si dovrebbe forzatamente sottomettere chi crede in un altro dio, od anche a nessun dio?

Il tema della pacificazione interreligiosa ha una indubbia componente fascinatoria, quando non affronta il nucleo centrale (più genuino e duro, dei diversi credo); ed i giovano autori qui chiamati ad esprimere il proprio parere (ed a manifestare le proprie speranze) sottolineano ampiamente quanto apprezzano nelle rispettive religioni: ma ne lasciano purtroppo alquanto in ombra la carica distruttiva, l’inadeguatezza ed arretratezza rispetto al progresso civile. E non è certo un caso che nessuno di loro palesi quegli atteggiamenti integralisti, che ci aspetteremmo in base alla logica intrinseca dei rispettivi credo.

Guardare al positivo che ci sarebbe nei tre monoteismi elude un problema di fondo: l’Islam in primo luogo (probabilmente anche quello moderato) non sembra per nulla disponibile ad accettare ciò che ha caratterizzato lo sviluppo della cultura occidentale (possibilità di apostasia, primato del libero pensiero, diritti umani, liberazione femminile, etc…) ed a permettere la laicizzazione della società, come ha invece fatto (non senza ripulsione) il cristianesimo. Ogni alternativa pacifica alla guerra fra religioni comporterebbe la rinuncia a qualcuno dei valori fondanti di ciascuna. Potrà l’Islam andare incontro ad una ‘islamità’ non religiosa, così come l’Occidente ha accettato una ‘cristianità’ non religiosa?