I Simpson sono cattolici?

di Francesco D’Alpa   Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

All’articolo di “Civiltà Cattolica” del 16 ottobre 2010 [1], fa immediato eco plaudente ”L’Osservatore Romano” [2], che esordisce con un perentorio: «Pochi lo sanno, e lui fa di tutto per nasconderlo. Ma è vero: Homer J. Simpson è cattolico. E se non fu vocazione - complice un'ammaliante pinta di "Duff" - ci mancò davvero poco. Tanto che oggi il re della ciambella fritta di Springfield non esita a esclamare che "il cattolicesimo è mitico". Salvo poi ricredersi in un catartico "D'oh!".»

Apriti cielo! Già ci riesce difficile trovare alcunchè di autenticamente religioso in Homer e nei Simpson in genere; figuariamoci disquisire a quale branca della cristianità facciano capo.

Nel suo breve articolo Luca M. Possati, pur affermandolo, non ce ne fornisce comunque alcuna prova, e ben si astiene dall’elencarci più in generale i meriti religiosi dei Simpon.

Passano solo pochi giorni ed ecco promunciarsi anche la cattolicissima agenzia ‘Zenit’ con una intervista a Carlo Bellieni [3]. Per questo entusiata commentatore, al cuore dei Simpson c’è il valore della famiglia: «“I Simpson” sono un inno alla famiglia, in un’epoca in cui si vorrebbe vedere la famiglia distrutta. Ogni episodio si conclude con l’amore della famiglia: la famiglia è un ritrovo, un nido. In un mondo dipinto di giallo, che vive sotto una sorta di radiazioni da bomba atomica, in cui le persone si deridono e si insultano, accade che ogni sera i Simpson tornano a casa e trovano i loro cari, che non sono perfetti, ma sono lì, in un rapporto conflittuale, ma sempre pronti ad accogliersi e perdonarsi.»

Qui mi sembra opportuno riportare per intera un’altra lunga affermazione di questo autore: «La frase “Homer e Bart sono cattolici”, che appare sul quotidiano vaticano “L’Osservatore Romano” è un’ottima provocazione per aprire un dibattito sul senso religioso, e non manca di basi. Il produttore dei Simpsons Al Jean ha dichiarato che Homer e Bart non sono cattolici. “Abbiamo abbastanza chiaramente dimostrato che Homer non è cattolico”, ha detto a Entertainment Weekly: Aggiungendo: “Non credo Homer potrebbe vivere senza mangiare carne il venerdì. Non può stare senza carne neanche per un’ora”. Jean ha ragione ma solo in parte, perché i Simpson non fanno parte della Chiesa cattolica, ma portano segnali che ai cattolici stanno a cuore, e quando si portano certi segnali non lo si fa per caso, per dare “un colpo al cerchio e uno alla botte”, dato che sono messaggi scomodi e censurati. “I Simpson”, così come altre serie TV che in apparenza avallano l’ateismo o scherzano sulla religione (ad esempio, House MD), sono forti sostenitori della religiosità. La religiosità non vuol dire solo essere pii o avere forti legami con una pratica religiosa; “religiosità” significa una ricerca esistenziale in cui si è sicuri che una risposta è presente pronta a rivelarsi. In questi termini la serie “The Simpsons” è molto religiosa. Molti episodi lo dimostrano»

Così, alla domanda se tutto ciò sia sufficiente per essere cattolici, il Bellieni risponde: «Nella serie è valorizzato il senso religioso, ed è valorizzato il luogo in cui esso può essere scoperto e vissuto: la famiglia è nel cuore della Chiesa cattolica, e la Chiesa cattolica non cessa di ricordarci la centralità del nido familiare, dove l’amore può essere vissuto senza moralismo. Attenti a non confondere l’ironia con lo scherno in questa serie: non è vero infatti che tutte le espressioni apparentemente anti-religiose sono veramente anti-religiose. Anche la famosa frase detta da Homer: “Non sono normalmente un uomo che prega, ma se sei lassù, per favore salvami, Superman!” serve a far riflettere sulla religiosità: è il segno di un’anima disorientata, sempliciona, ma naturalmente religiosa. Insomma: parlando della “cattolicità” di Homer, si è indotto un dibattito sulla religiosità e sulla famiglia? Ci sembra sufficiente».

Non credo siano necessarie sofisticate indagini per dimostrare l’assurdità di quanto sopra; giacchè carta canta (o meglio, in questo caso, ‘cartoon’ canta) e dunque ecco un piccolo elenco delle malefatte tutt’altro che religiose dei nostri amati personaggi e dei loro sceneggiatori.

Cominciamo dalla Bibbia. Palesemente, non ha nessuna attrattiva per i Simpson, che la vivono solo in sogno, durante le noiose prediche del reverendo Lovejoy: Marge sogna di essere Eva e cedere con Adamo-Homer alle tentazioni del serpente; Lisa sogna Milhaus nel ruolo di Mosè che vuole liberare i bambini della scuola elementare dal faraone-Skinner; Homer sogna di essere il re Salomone che deve decidere chi sia, fra due uomini, il legittimo possessore di una torta; Bart-Davide sogna di dover sconfiggere Golia-Nelson Muntz  che ha ucciso Matusalemme-nonno Simpson (‘Brani biblici’).

E d’altra parte neanche i concittadini di Springfield sembrano interessarsene o imitarla al di fuori delle funzioni religiose. Durante una fiera di beneficenza, ad esempio, Homer improvvisa un balletto imbarazzante che viene filmato e pubblicato su internet dall'Uomo dei fumetti. Il video ha grande successo ed alcune star del football decidono di acquistarne i diritti per eseguirlo allo stadio durante il SuperBowl. Ned frattempo Flanders realizza un video sull'assassinio di Abele, di cui tutti sembrano entusiasti, ma non Marge che protesta per la violenza che vi viene esibita. A corto di idee, Homer si accorda con Flanders per rappresentare al Super Bowl anziché un proprio balletto il racconto del diluvio universale: ma suscita le vivaci proteste del pubblico che non gradisce la forzatura religiosa (‘Homer annega nel suo diluvio universale’).

Homer è il personaggio chiave del non cristianesimo dei Simpson, in quanto è impossibile trovare in lui alcuna aderenza alla catechesi, se non l’utilizzo superficiale e strumentale di qualche pratica religiosa (partecipazione alla messa e preghiera). Non a caso, non esita ad essere assunto come mazziere nel Casinò del sig. Burns, dopo che a Springfield è stato legalizzato il gioco d’azzardo per superare una forte crisi economica (‘$pringfield’); dopo aver usato della marijuana come analgesico per un dolore agli occhi inizia a fumare spinelli che gli provocano allucinazioni, ma lo rendono più gradevole al signor Burns, che dunque lo promuove (‘L'erba di Homer’); si innamora di una nuova impiegata della centrale nucleare, solo per via dei suoi gusti e dei comportamenti molto simili ai propri, ad esempio mangiare molte ciambelle, bere birra e guardare sempre la TV (‘L'ultima tentazione di Homer’).

In quanto a valori e contenuti cristiani da Homer c’è da cavare poco o nulla. Nonostante i rimproveri di Marge e di Lisa (catechizzata sul fatto che i ladri vanno all’inferno), non si fa scrupolo di attaccarsi illegalmente alla TV via cavo (‘Homer contro Lisa e l'ottavo comandamento’); fonda addirittura una propria religione che gli permetta di restare in casa la domenica mattina, incurante delle lamentele di Marge (preoccupata per la salvezza della sua anima) e dei predicozzi del reverendo Lovejoy e di Ned Flanders; e solo dopo aver rischiato la vita in un incendio, torna alla vecchia religione (‘Homer l'eretico’); non esita a farsi ordinare sacerdote via internet, per celebrare senza alcuno scrupolo morale matrimoni gay a pagamento, dopo che Springfield li ha legalizzati per incrementare il turismo ed il revedrendo Lovejoy si è rifiuatato di celebrarli (‘Gay, un invito a nozze’); resta traumatizzato assistendo con Bart e Lisa ad un film sull’Apocalisse, e finisce con le sue preghiere per provocarla; ma poi chiede a Dio di fare tornare tutto come prima, incluso il bar che Boe aveva venduto perché allarmato dalla prospettiva del giudizio finale (‘Apocalisse o non apocalisse‘); credendo che la vita di Ned Flanders sia migliore della sua per via della religione, inizia a pregare in ogni momento e per qualunque cosa; ma dopo essersi fratturata una gamba in una buca accanto alla chiesa, ottiene in risarcimento la chiesa stessa che subito trasforma in locale per feste selvagge e peccaminose; e solo l’arrivo di un diluvio gli suggerisce di ricorrere ancora alla preghiera per salvarsi (‘Non per soldi ma per preghiere‘).

Ma è il modo di vivere il sesso coniugale a confermare la incolmabile distanza di Homer da certi ideali comportamenti cristiani. Per rimediare ai troppi debiti contratti nelle scommesse del football, egli decide infatti di far girare a casa sua un film per adulti, suscitando l’ira di Marge, che va via di casa (‘Il falò dei lamantini‘); non si fa scrupolo di raccontare pubblicamente i segreti più piccanti del suo matrimonio e in particolare quelli che riguardano Marge (‘I segreti di un matrimonio felice’); per superare una crisi matrimoniale legata alla reciproca scarsa attività sessuale si avvale con Marge di un tonico inventato dal nonno Simpson, che poi lui stesso ed il nonno mettono in commercio (‘Il nonno contro l'incapacità sessuale’); per riconquistare Margie, stufa del fatto che lui pensi solo al cibo, accetta i consigli di Boe che gli suggerisce di provare con il sesso, e dunque si dà da fare con i sex-toys che gli compra papà Simpson (‘Cosa vogliono le donne animate’); ed infine ricorda di aver addirittura donato in passato alla Clinica dell'Amore di Shelbyville il suo sperma, che è dunque servito a far nascere molti bambini (‘Cosa aspettarsi quando si vuole aspettare’).

Tanto Homer è lontano da una vera fede religiosa, altrettanto la fede e moralità di Marge sono emblematiche, a fianco di una spesso pregevole ragionevolezza, di un fastidioso conformismo, come allorquando diventa l'oppositrice principale e vincente di un gruppo che lotta per i dirittti di single, anziani, coppie senza figli, teenager e gay e che vorrebbe limitare i privilegi accordati alle famiglie con figli (‘Marge contro single, anziani, coppie senza figli, teenager e gay’).

Ma nulla come la personalità di Bart dimostra gli effetti della eredità Homeriana. Non a caso, privo di qualunque vera convinzione religiosa, egli vende a Milhaus (sotto forma di biglietto con su scritto "anima di Bart"), la sua anima, alla quale non crede; ma poi la rivuole indietro, spaventato superstiziosamente da una serie di disavventure; infine la riottiene solo grazie all’intervento di Lisa, che gli spiega, coerentemente con la sua raziopnalità, che l'anima non nasce con il corpo ma va guadagnata tramite le proprie azioni (‘Bart si vende l'anima’); un’altra volta, preoccupato per una possibile bocciatura a scuola, cerca di farsi aiutare da Martin Prince, il "secchione" della classe, spiegandogli come diventare teppista; ma il favore non viene ricambiato, e solo allora prega Dio affinché il giorno dopo accada qualcosa in modo che lui possa studiare (‘Bart rischia grosso’); espulso da quella di Skinner, viene iscritto ad una scuola cattolica, nella quale si trova così bene da convertirsi al cattolicesimo; ma ciò prepoccupa Homer, che in un primo tempo pensa di portarselo via, ma poi decide di convertirsi anche lui al cattolicesimo, perché attratto dal pancake e dal bingo; a questo punto intervengono Marge, Ned Flanders e il reverendo Lovejoy che cercano di riportare alla fede protestante almeno Bart, il quale però contesta loro la stupidità della competizione fra le varie forme del cristianesimo (‘Padre, figlio e spirito pratico’).

Lisa è la vera, autentica, scettica, razionalista, ecologista, coscienza morale della famiglia Simpson. Anche lei frequenta la chiesa quasi solo per abitudine sociale, ma non esita a protestare contro le falsità ed incoerenze del credo religioso e della vita pratica dei credenti. Non a caso abbandona la fede cristiana per il Buddismo per protestare contro il reverendo Lovejoy che ha consentito a Burns di trasfornare la chiesa in centro commerciale per finanziarne il restauro (‘Lei di poca fede‘); seguendo la propria propensione scientifica crea un universo in miniatura capace di evolversi secondo il modelo darwiniano (‘La vaschetta della genesi’; e non a caso è l’unica fra gli abitanti di Springfield a non farsi ingannare dal ritrovamento di un falso angelo, che si scoprirà essere solo la pubblicità ad effetto di un centro commerciale (‘Lisa la scettica’).

L’unico personaggio autenticamente religioso dei Simpsom è Ned Flanders, sul quale non a caso cala pesante l’ironia dei cartoonisti. Sembra che i concittadini lo ammirino per la sua condotta all'insegna del non divertimento, ma in realtà egli stesso si riconosce una esistenza misera e noiosa, e proprio per questo finisce per accettare un invito di Homer per una gita Las Vegas, dove i due si danno tranquillamente al gioco d’azzardo ed agli alcoolici (‘Viva Ned Flanders‘); depresso per la vedovanza si invaghisce di una stella del cinema, ma la relazione fra i due cessa perché egli non accetta una convivenza senza matrimonio (‘È nata una stella - di nuovo’); durante una visita al Museo rimane sconvolto dal fatto che la creazione venga giudicata semplicemente un mito; ne segue una querelle che coinvolge il reverendo Lovejoy, il consiglio comunale ed infine il tribunale, con la conseguenza che l’evoluzionisno viene dichiarato fuorilegge e Lisa richia il carcere; ma il comportamento scimmiesco di Homer in tribunale finisce per convincere il giudice sulla esattezza della teoria di Darwin (‘Lisa che scimmietta!’); assieme ai Simpson, realizza il parco a tema cristiano, "Osannalandia", progettato a suo tempo dalla sua defunta moglie; ma a causa della imposta austerità, il parco risulta noioso e viene boicottato dai clienti, che vi accorrono invece quando un giorno si scopre che chi si inginocchia davanti alla statua di Maude, che accoglie i visitatori all'ingresso, viene colto da visioni mistiche; salvo a scoprire in seguito che il fenomeno è causato piuttosto da una perdita di gas, motivo per il quale il parco viene disertato ed infine chiuso (‘Vado a Osannalandia’).

E per conludere, due parole sul reverendo protestante Lovejoy, così indifferente alle esigenze dei propri parrocchiani, che Marge decide di lavorare al centralino della chiesa per dare consigli, sotto il nome di "signora Ascolta" (‘In Marge abbiamo fede’); così poco ispirato dai valori della fedeltà matrimoniale, che quando Marge e Homer, entrati in crisi, si aggregano al suo gruppo di terapia matrimoniale, dà a Marge il consiglio di divorziare (‘La guerra dei Simpson’); e così poco interessato al proselitismo religioso, che per salvare Homer dall’assalto dei suoi creditori lo spedice come missionario in una isola dell'Oceano Pacifico, dove ben presto egli corrompe gli indigeni con le abitudini occidentali, rovinando la serena vita del villaggio (‘Missionario impossibile’).

 

 

[1] Francesco Occhetta: I «Simpson» e la religione. Civiltà Cattolica. Quaderno 3848, 16 ottobre 2010, pp. 140-149

[2] Luca M. Possati: Homer e Bart sono cattolici. L'Osservatore Romano, 17 ottobre 2010

[3] I Simpson sono cattolici? Intervista a Carlo Bellieni, 26 ottobre 2010, https://it.zenit.org/articles/i-simpson-sono-cattolici/