Introduzione

Il mondo in cui viviamo è regolato da leggi che vengono comprese sempre meglio; il cosiddetto "metodo scientifico" è risultato fino ad oggi il migliore per determinare quale sia la costituzione dell'universo, per comprendere i misteri della vita, e, fondamentalmente, per distinguere i fatti reali dalle credenze; la semplice "opinione" umana è infatti ingannevole, se non supportata da validi criteri di valutazione. Per questo occorre diffidare dei fatti aneddotici e dei racconti testimoniali.

Solo a partire dalla metà dell'ottocento la pratica medica ha adottato una metodologia di tipo scientifico, assurgendo al rango di "scienza empirica matura", quella che oggi viene definita "Medicina basata sulle evidenze".

Il procedimento scientifico parte in genere dai fatti osservati, in relazione ai quali si propongono delle ipotesi che vengono sottoposte a verifica sperimentale; i risultati ottenuti vengono presentati agli altri ricercatori e valutati, dopo la loro pubblicazione su riviste referenziate, da tutta la comunità scientifica. Alla fine, solo un ampio e motivato accordo conferisce loro applicabilità generale e pone le basi per la formulazione di teorie generali, che comunque non possono che essere provvisorie.

Oltre al peer-review, esistono, nel mondo medico, anche altri livelli di intervento: quelli dei Ministeri per la Sanità, delle commissioni scientifiche (come la CUF), delle agenzie governative (come la FDA statunitense). Non solo si controlla tutto il processo di acquisizione dei dati, ma viene anche regolato il comportamento di quanti operano in questo complesso sistema, a partire dalle aziende produttrici di farmaci fino ai medici, che ne sono il fulcro. Una particolare attenzione viene posta nel controllare che il pubblico non sia esposto a frodi, inganni, pratiche medico-chirurgiche inutili o dannose, farmaci non autorizzati, operatori non qualificati.

Il mondo delle medicine alternative e complementari è invece rimasto sempre al di fuori (o per lo meno ai margini) di tutto ciò. Al principio del controllo dall'alto sull'insieme della pratica medica, esso ha financo preteso di sostituire quello dell'autodeterminazione dell'utente finale, il malato, o anche l'individuo sano che vuole fare opera di prevenzione sanitaria. Sbandierando l'ideale di una libertà democratica di scelta, si afferma enfaticamente che il pubblico sa scegliere e deve rimanere quindi libero di utilizzare quello che vuole, in una logica di libero mercato di operatori, tecniche e prodotti.

Accade così che molti utenti siano facilmente portati a prendere per buona quella teoria che sembra più vicina al senso comune, o più in sintonia con i propri bisogni; ma questo è il peggiore modo di affrontare i problemi.

In effetti, il successo delle medicine alternative sembra in gran parte l'effetto di un abile e martellante marketing, secondo il principio che "il pubblico compra ciò che è pubblicizzato". La diffusione delle idee "naturopatiche" è un chiaro esempio della pericolosità di tale approccio.