Presi dalla rete
di Francesco D'Alpa

Quando si dice disinformazione 

L'importanza di un nome: www.disinformazione.it , o come diceva il ginettaccio nazionale: "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare"; ovvero, tutto sulla disinformazione che vogliono imporvi i cattivi scienziati e le congreghe di politici, ovviamente sulla vostra pelle. 
In pratica: una contestazione a 360 gradi (in parte tramite materiale proprio, in parte ricorrendo a prestiti e collegamenti esterni) della pretesa di potere giungere ad una qualche verità scientifica (che sfugga alle forche caudine di chi comanda da dietro le quinte), ed una denuncia della frode sottostante ad ogni affermazione scientifica; opponendovi dunque un'altra o tante altre presunte verità (e che verità!), tutte da dimostrare dall'A alla Z. 
Isaac Asimov descriveva due categorie di eretici della scienza: innanzitutto gli "endoeretici", che "provengono dal mondo scientifico professionale e sono soggetti a punizioni da parte dell'ortodossia", come Galileo e Darwin; poi gli esoeretici, che "non hanno una formazione accademica e sono ignoranti riguardo alla struttura intima, ai modi, alla filosofia e al linguaggio proprio della scienza" (cfr: P. Albani e P. della Bella, "Forse Queneau", Zanichelli, 1999, p. 50). Gran parte del materiale di questo sito potrebbe rientrare solo con difficoltà fra gli scarti del secondo gruppo. 
Indubbiamente, l'intento sbandierato sarebbe quello di dare visibilità ai diversi punti di vista riguardo argomenti controversi, ma guarda caso qui si da voce quasi solo a chi rema contro. 
Vediamo qualche esempio (gli argomenti invero sono tanti e tali da meritare una intera enciclopedia!). La croce più pesante è come sempre per la classe medica: di fatto (salvo lodevoli eccezioni) una genia di criminali che sevizia gli animali e somministra farmaci e vaccini killer; che affossa e truffa l'eroe Di Bella; che pur non sapendo nulla su AIDS, epatite, cancro ed osteoporosi, spaccia per buone medicine costosissime ed inutili, a semplice fine di lucro, sulla pelle degli ingenui. Ai rimproveri contro l'intera categoria si aggiunge una giusta dose di bacchettate per le varie singole specialità: i dentisti che usano amalgame tossiche al mercurio; gli ostetrici che non pensano ad altro che ad asportare uteri; e soprattutto l'immancabile campagna contro le vaccinazioni, fiore all'occhiello di tutti i movimenti contestatori dell'establishment medico. I medici sarebbero così cattivi da nascondere (a pro delle case farmaceutiche) che la marijuana serve a tante buone cose e soprattutto che è possibile curarsi bene e con poca spesa ricorrendo alle medicine alternative. 
Per chi è più ferrato in altri campi e vuole farsi una idea del valore del sito, ci sono altre perle di fisica (la fusione fredda) o di geologia (la relazione fra nucleare e terremoti), la controinformazione sulla benzina verde e le storie da dimenticare (le teorie di Darwin, di Giordano Bruno, e il Natale); senza tralasciare l'immancabile P2, Echelon, e il governo segreto mondiale. 
Il sito si riabilita un poco lanciando un allarme contro i pedofili (anche se viene il sospetto che alla fine si possa finire per credere che i pedofili si trovino soprattutto fra le categorie di cui sopra). Ma gli immancabili misteri di Marte e il cover-up della NASA ci riportano presto sulla terra. 
Va bene che la cultura da bancarella dell'usato è una caratteristica di Internet, ma qui si supera il limite dell'incredibile, e a differenza delle bancarelle bisogna penare molto di più prima di trovare qualcosa che vada bene. A meno che... (de gustibus non dispuntandum est). 
Per sintetizzare, quasi ogni pagina del sito è come una trave piantata nell'occhio della cultura scientifica, spacciata come un onesto tentativo di togliere qua e là qualche pagliuzza (che certamente ci sarà pure, ma non in questi termini). 
Mi resta la speranza che anche il lettore più distratto trovi da sé una risposta a questa semplice ma fondamentale domanda: l'informazione sulla disinformazione, informa o disinforma?


 21-11-2001

Pubblicato su: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=200049