Superquark, overdose di faziosità ?
La descrizione di una semplice esperienza di laboratorio ha fatto saltare i nervi ai sostenitori dell'omeopatia. Non vi possono certo essere dubbi sulla correlazione abbastanza lineare fra concentrazione di un antibiotico e inibizione in vitro della crescita di una coltura batterica, conoscenza che è alla base di test diagnostici praticati da molti decenni nei laboratori di tutto il mondo; ma guai a spiegare tutto questo in TV, come ha fatto Piero Angela, all'interno di un programma di grande audience come 'Superquark'; e guai soprattutto a generalizzare troppo il concetto. Perché, secondo gli omeopati, nel passaggio dalla provetta all'insieme 'olistico' dell'uomo si stravolgono tutte le regole della fisico-chimica e della farmacodinamica, ed inoltre l'efficacia terapeutica del prodotto omeopatico dipende non solo dalla sostanza in sé, ma soprattutto dalla 'relazione' fra l’uomo-curante e l'uomo-paziente.
Così, mentre la medicina scientifica si è comunque sforzata in questi anni di trovare fra le improbabili asserzioni delle medicine cosiddette 'non convenzionali' qualcosa di convincente, l'assalto del popolo 'alternativo' è apparso in questa occasione più che mai veemente. In un paese in cui perfino le linee guida per il trattamento di gravi patologie sono condizionate dalla 'vox populi' (che ovviamente ignora l'esperienza depositata in migliaia di riviste mediche), la Rai, secondo i più infuriati detrattori, avrebbe quasi pianificato, truffaldinamente, nei confronti dell'omeopatia, una 'operazione annientamento' (rivelatasi però, secondo loro, "un duro colpo alla credibilità del programma'), in ciò spinta anche dalle lobby dell'industria farmaceutica; e si sarebbe fra l'altro avvalsa dell'interessata consulenza di esponenti della medicina 'ufficiale' (alcuni dei quali, come ha tenuto a precisare il "Manifesto" del 15.7.2000, 'a fronte di esose parcelle, trascurano di rilasciare regolare ricevuta fiscale'). Le censure a Superquark sono state sottoscritte da molti lettori e perfino da qualche politico. Piero Angela ha successivamente replicato, sullo stesso giornale, affermando come l'omeopatia sia pericolosa soprattutto in quanto impedisce ai malati di rivolgersi a cure veramente efficaci, ed ha citato l'opinione di autorevoli personalità del mondo scientifico, quali Dulbecco e la Levi Montalcini.
Purtroppo taluni giornalisti e troppi teleutenti non sanno distinguere neanche fra 'farmaco omeopatico' e 'diluizione omeopatica', ed alla presunta faziosità del cervello (ritenuto'in rapida sclerosi di idee') di Piero Angela e degli altri del CICAP, contrappongono scomposte reazioni emotive. A loro avviso, dovrebbe essere direttamente l'utente a farsi una sua 'autonoma opinione', ascoltando nello stesso spazio televisivo anche la voce della 'non altrettanto potente' controparte, cui dovrebbe essere concessa pari visibilità. Le azioni legali e le interpellanze parlamentari, minacciate o attuate in protesta contro tanta presunta malafede, non sono state, in questa occasione, che la sconfortante replica di tante passate campagne in favore di altre cure ritenute 'miracolose'.
Le voci pro-omeopatia si diffondono, sempre più incontrollabili, su tutti i media; la monotona riproposizione di stantii cliché, invariati da ormai quasi 200 anni, appare infatti ancora fascinatoria per i credenti di questa sorta di culto post-moderno. Anche a nostro avviso si dovrebbe finalmente concedere uno spazio televisivo adeguato all'importanza dell'argomento; ben venga infatti una discussione pubblica sui 'dogmi' di questa presunta 'scienza' medica, che non a caso conta i suoi più assidui ed entusiasti praticanti fra i sani e danarosi personaggi-copertina; e che, anziché analizzare criticamente i suoi presunti successi sul terreno dell'evidenza epidemiologica, li vanta pubblicamente sull'inconsistente base del 'feeling' con l’utente.