Darwin Day UAAR 2010 e creazionismo al CNR

I Darwin Day UAAR del 2010 daranno ampio spazio al “caso de Mattei” ovvero all’improvvida organizzazione nella sede romana del CNR, il 23 febbraio 2009, di un convegno ‘creazionista’ ed antievoluzionista, intitolato “Evoluzionismo: il tramonto di un ipotesi”, da parte del vicepresidente Roberto de Mattei (purtroppo designato a tale carica – con delega per le Scienze umane – nel 2004, con una più che contestabile decisione, dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, su proposta dell’allora ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Letizia Moratti).
La bassa levatura scientifica (anzi il netto profilo ascientifico) del convegno è ben evidente. Basti a titolo d’esempio l‘avere sostenuto, da parte di de Mattei, che l’evoluzionismo «era nato come un movimento di rifiuto della Creazione» [1]: affermazione assolutamente smentita da qualunque scritto di Darwin, il quale semmai era partito nelle sue indagini proprio dall’idea di approfondire la conoscenza di ciò che si riteneva il mirabile disegno della creazione; e che invece fu costretto a seguire (con mille scrupoli di coscienza) un itinerario ben diverso, in forza dell’evidenza dei dati raccolti e della sua onestà morale e intellettuale.
Secondo de Mattei, invece, «quello che chiamiamo evoluzionismo è un insieme composto da una ipotesi scientifica, più propriamente definibile come “teoria dell’evoluzione” e da un sistema filosofico, che possiamo definire evoluzionismo in senso stretto, per distinguerlo dalla teoria dell’evoluzione. […] Teoria scientifica e teoria filosofica formano due aspetti distinti di un unico complesso, che hanno bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere, e si sorreggono a vicenda. L’ipotesi scientifica, che non è mai stata dimostrata, si nutre del sistema filosofico; la tesi filosofica, per giustificarsi, si fonda a sua volta sulla presunta teoria scientifica. Tra gli evoluzionisti non manca chi ammette il fallimento della teoria scientifica».
Si tratta chiaramente di un punto di vista soggettivo e preconcetto, inaccettabile dalla comunità scientifica, il cui giudizio de Mattei dovrebbe rispettare anziché denigrare; fra l’altro oramai abbandonato perfino dalla maggior parte della comunità credente che, consapevole di non potere controbattere in alcun modo l’evidenza scientifica pro-evoluzione, cerca quasi solo di rigettarne le implicazioni filosofiche e quanto va contro il dogma cattolico.
D’altra parte, la posizione ‘filosofica’ di de Mattei è ben chiara. Egli è infatti professore associato di Storia del Cristianesimo e della Chiesa alla privata “Università europea” di Roma, ma anche direttore del mensile fondamentalista “Radici cristiane” e dirigente di “Alleanza Cattolica” (è stato anche consigliere per le questioni internazionali dell’allora vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini).
Non vale neanche la pena contestare le assurdità esposte dai partecipanti a questo convegno, tutti rigorosamente antidarwinisti, ed alle quali conviene appena accennare. Secondo costoro, tanto per fare qualche esempio, la tettonica a placche è una teoria fasulla e parimenti falsi sono gli studi di cronologia stratigrafica; il Gran Canyon si è formato in un solo anno a causa del diluvio universale; il mondo non ha miliardi o milioni di anni; la datazione dei fossili è fasulla; i dinosauri vivevano ancora 20.000 anni fa; è impossibile la comparsa di esseri viventi complessi a partire dalla semplice materia, a motivo del principio di entropia che si oppone ad un aumento di ordine e di informazione. Tutto invece soggiacerebbe ad un “programma” preesistente all’evoluzione, il solo che ad esempio renderebbe conto della complessità e dell’ammirevole inter-correlazione dei nostri organi e delle loro funzioni.
Se queste sono le basi del rigetto in blocco dell’evoluzionismo (che avrebbe perfino ostacolato l’evoluzione delle scienza!) è del tutto inutile andare a leggere quanto i (poco) illustri convegnisti hanno di conseguenza sostenuto sul piano ‘filosofico’, giungendo alla consequenziale ed unanime sentenza che la scienza ha degli evidenti limiti, e che soprattutto, come afferma de Mattei, è necessario «ristabilire una visione cristiana del mondo che ponga il concetto di Creazione al suo posto centrale portatore di ordine, di finalità e di intelligibilità».
Ben lungi dal discutere con la quasi totalità degli uomini di scienza, che professano idee assolutamente contrarie a quelle acriticamente esposte in questa miserevole occasione (o che al più cercano di conciliare, se credenti, quanto al momento – e per poco ancora – resta di conciliabile fra scienza e fede) finalità del convegno sembra essere stata non tanto l’esposizione di una tesi radicalmente antievoluzionista, quanto il messaggio politico, ben riassunto da un altro convegnista, Dominique Tassot (Presidente del Centro francese di “Studi e Futurologia sulla Scienza”), il quale ha placidamente sostenuto che «non ci sarebbe stato bisogno di chiedere agli scienziati di rispondere a una domanda fuori dalla loro portata, come la questione delle origini, cosa che era ancora ben compresa dai fondatori della scienza europea fino al diciottesimo secolo. Un società in ordine richiede l’esistenza di un’autorità intellettuale superiore, la quale ci avrebbe risparmiato questa ideologia evoluzionista che oggi invade tutti gli ambiti dell’azione e del pensiero».
Non dobbiamo sottovalutare questa presa di posizione, che ben riflette l’ideologia di base di de Mattei, maturata in buona parte sulla frequentazione del pensiero di uno dei più citati fra i pensatori reazionari cattolici del nostro secolo, ovvero quel Plinio Corrêa de Oliveira al quale ha dedicato anni fa una plaudente biografia. A questa bisogna guardare, più che alle esternazioni attuali, per capire il personaggio ed il suo programma politico (più che scientifico), che non a caso si ispira a ‘Lepanto’ (ed alla madonna che avrebbe lì guidato l’assalto vincente contro la flotta degli infedeli), e che rimpiange la civiltà cristiana medievale e le sue radici, dunque l’età d’oro dell’imposizione della ‘verità’ cristiana e biblica, dell’alleanza fra trono ed altare, della feroce repressione del libero pensiero in nome dell’ordine sociale; giacché, come sosteneva il suo maestro, «se la rivoluzione è il disordine, la Contro-Rivoluzione è la restaurazione dell’ordine. E per ordine intendiamo la pace di Cristo nel regno di Cristo. Ossia la Civiltà cristiana, austera e gerarchica e, nei suoi fondamenti, sacrale, antiugualitaria e antiliberale». [2]

Francesco D’Alpa

[1] Questa e le sucessive citazioni sono tratte da: Evoluzionismo: bilancio critico e risposta a Darwin. In: Corrispondenza Romana n.1082 del 7/3/2009.
[2] Plinio Corrêa de Oliveira: Rivoluzione e Contro-rivoluzione. Citato in: De Mattei Roberto: Il crociato del XX secolo. Piemme, Casale Monferrato, 1996, pag. 151.

Francesco D’Alpa

Pubblicato su: www.uaar.it (23 gennaio 2010)