Francesco   D'Alpa
La chiesa antievoluzionista

Laiko.it, Catania, 2007
ISBN 978-88-95357-02-7

pag. 95   -   Euro 6,00

 

 

 

Il 22 dicembre 1817 un decreto della Congregazione dell’Indice includeva gli scritti di Erasmus Darwin (1731-1802), nonno di Charles, tra i libri proibiti. Quest’uomo ingegnoso era sostanzialmente un deista, ma anche un anticlericale, umanista e probabilmente massone; ed immaginava un Dio architetto più che creatore. Non è certo il primo evoluzionista ricordato nella storia della scienza, ma nel percorso che porta all’evoluzionismo scientifico ben rappresenta l’epoca il cui la disputa sul ‘trasformismo’, fin qui prevalentemente accademica, si sposta sul campo della aperta diatriba fra ‘verità biblica’ ed apologetica religiosa da una parte, progresso scientifico, antiteologismo ed anticlericalismo dall’altra.

Toni e temi di quel periodo riemergono ai nostri giorni, segnando profondamente il dibattito (o meglio lo scontro) fra scienza e teologia nella ‘lettura’ della storia del mondo e dell’uomo. Anche se Giovanni Paolo II ha unilateralmente sostenuto una avvenuta pacificazione fra la teologia e i dati di Galileo, il Magistero della Chiesa non concede nulla al metodo scientifico di per sé. L’ermeneutica galileiana è tuttora demonizzata, anche se si cerca affannosamente di dimostrare, con i metodi dell’ermeneutica concordista, che la Bibbia è financo anch’essa evoluzionista.

 


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