Recensione a: "Iniziazione all'iridologia" di Osvaldo Sponzilli. Edizioni Mediterranee, 2001. Pag. 128, Euro 7.75
Già il titolo della collana, "Iniziazione", colloca inequivocabilmente nell'ambito della pubblicistica new-age questo testo in cui l'iridologia, classica pseudoscienza (che, secondo l'autore, si sarebbe addirittura affermata nel mondo scientifico) in cerca di un improbabile riconoscimento, viene presentata come un libro aperto di conoscenze sull'organismo fisico, sul Sé, sull'universo.
Ennesima disciplina "olistica", questa tecnica, proposta alla fine dell'ottocento dall'omeopata ungherese Von Peczely, presuppone un sistema di equilibri e di interrelazioni fra organi somatici, meridiani, chakra e livelli soprafisici dell'essere; non mette in discussione l'istologia e l'anatomia macroscopica dell'iride, ma pretende di superare la fisiologia nota, attribuendo un significato riflessologico alla topografia iridea.
Le connessioni con l'omeopatia sono ampie: ad esempio, il variabile rilievo della corona iridea rifletterebbe le diverse costituzioni (sicotica, psorica, luetica); e la guarigione procederebbe sempre dall'interno all'esterno, dal basso verso l'alto e dai segni più recenti a quelli più antichi, in base alla cosiddetta "legge di Hering". Piuttosto scontate anche le critiche alle terapie convenzionali, che sopprimerebbero le malattie senza curarle.
Dopo avere definite come "mediate" tutte le tecniche che costituiscono l'essenza della diagnostica medica moderna, l'autore contrappone loro quelle "immediate", proprie dei "microsistemi" come l'iridologia, grazie alle quali si renderebbe possibile l'atto terapeutico a prescindere dall'interpretazione dei dati patologici. Tutti i microsistemi presenti nel corpo obbedirebbero a leggi generali di natura esoterica: l'esterno del corpo rifletterebbe l'interno, il particolare il generale, ed il particolare esterno il particolare interno. I concetti di "energia" e di opposizione fra estremi (freddo-caldo, sposo-sposa, yin-yang, giorno-notte), sono comuni ad altre medicine alternative.
Da segnalare come piuttosto insidiose per il lettore profano le improbabili corrispondenze fra l'organizzazione somatica e la supposta sovrastruttura immateriale. I tre foglietti (ectoderma, mesoderma, endoderma) da cui nell'embrione si sviluppano tutti gli organi ed apparati, vengono descritti come espressione dei tre livelli del corpo eterico e delle loro correnti energetiche; la loro crescita somiglierebbe allo svolgimento di una spirale. L'ectoderma sarebbe il "costruttore di forme", che riceve le forze eteriche raccolte dagli organi di senso; l'endoderma apporterebbe la vita, attraverso le forze eteriche provenienti dagli alimenti; il mesoderma riceverebbe le forze eteriche della luce. La pupilla rappresenterebbe una "radice ectodermica" del corpo, un tramite fra questo, le sue radici spirituali, il Sé e il Tutto Cosmico: il centro di comando più importante e che fornisce informazioni sul tutto.
La vita viene inquadrata come parte di quel "percorso karmico e dharmico" che ciascuno sceglierebbe per sé al momento dell'incarnazione. Prima di essa, l'uomo, dotato di un corpo di luce, farebbe parte dell'energia universale; ed alla nascita avverrebbe la connessione fra i suoi ritmi e quelli cosmici, l'integrazione fra il suo microcosmo ed il macrocosmo.
Le simbologie più arcaiche sono continuamente mescolate ad immagini del mondo tecnologico: l'iride, come un computer, possederebbe uno stampo impresso geneticamente, come una carta astrale, pressoché immutabile, su cui sarebbero leggibili tutte le informazioni sulla costituzione del soggetto, le sue tendenze patologiche e quelle migliorative o peggiorative, le malattie pregresse, i meccanismi energetici di guarigione.
L'idea che nell'iride sarebbero codificati i periodi di crisi che il soggetto ha attraversato o attraverserà (senza esservi, per questo, alcunché di predestinato o di inevitabile) l'avvicina in realtà forse più all'astrologia che alla medicina, con tutto quello che ne consegue.