L'ATEA
Rivista di cultura atea, agnostica e razionalista
L'ATEA - Numero Unico - Maggio 2020 (pdf)
REDAZIONE
Stefania Basso Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Stefano Bigliardi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Baldo Conti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Francesco D’Alpa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Enrica Rota Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Stefano Scrima Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Alba Tenti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Maria Turchetto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ai lettori
La forma di questo file pdf che abbiamo messo in rete è uno scherzo: abbiamo voluto imitare la copertina e l’impaginato della vecchia rivista L’ATEO, ormai chiusa.
È uno scherzo che ha precedenti illustri: pensate alle pagine del glorioso giornale satirico Il Male che imitavano L’Unità, L’Osservatore Romano e via dicendo.
Il nostro intento, tuttavia, non è satirico. Autoironico, in parte, ma soprattutto affettuoso: siamo il vecchio gruppo redazionale de L’ATEO e a quella rivista volevamo bene.
Quanto al contenuto, è serio: proponiamo una riflessione a tutto campo sull’emergenza Covid-19: filosofica, scientifica, storica, geopolitica… e altro.
Come ex redattori de L’ATEO vorremmo ritrovare il forte legame che ci univa ai lettori. Vi chiediamo perciò di inoltrare commenti, critiche, osservazioni a questo indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Ve ne ringraziamo fin d’ora.
In questo numero
Maria Turchetto: Editoriale
LA FILOSOFIA
Stefano Bigliardi: Filosofia, tecnica, teste ben fatte. intervista a Matteo Saudino
Maria Turchetto: Dal terremoto di Lisbona al razionalismo
Enrica Rota: Il male, il buon Dio e il Covid-19
Stefano Bigliardi: Frigoriferi, elefanti, sentimenti. Dialoga con Nicla Vassallo
Stefano Scrima: Quale salute?
LA SCIENZA
Maria Turchetto: L’esempio di Newton. Intervista a Piergiorgio Odifreddi
Stefano Bigliardi: Convivere con i coronavirus tra natura e cultura. Intervista a Francesco Cavalli-Sforza
Maria Turchetto: Le responsabilità degli uomini: cosa leggere secondo me
Stefano Bigliardi: Ansie, fobie, ossessioni ai tempi del Covid-19. Intervista a Tazio Carlevaro
Baldo Conti: Anche i virus hanno una mamma…
UNO SGUARDO INTERNAZIONALE
Stefano Bigliardi: Quello sguardo geopolitico che non ti aspetti. Intervista ad Alberto Bradanini
Stefano Bigliardi: Il Messico sfida la morte. Intervista a Fabrizio Lorusso
LA STORIA
Giuseppe Spanu: La peste a Sassari nel 1652
Giuseppe Spanu: Un medico contro un’epidemia
LE RELIGIONI
Francesco D’Alpa: Il virus e l’acqua santa
Francesco D’Alpa: Coronavirus: l’affidamento ai pastorelli di Fatima
Stefano Bigliardi: Corano versus Coronavirus
Stefano Bigliardi: Religione, scienza, pseudo-scienza. Intervista a Taner Edis
Anna Pinna: La rivincita di YHWY
Francesco D’Alpa: Riti religiosi e riti propiziatori al tempo del Covid-19
LE BUFALE
Enrica Rota: Peste nera e Covid-19 a confronto
Sofia Lincos: L’altra pandemia, quella delle leggende
Massimo Polidoro: 5G e Coronavirus: l’ultima bufala
E PER FINIRE…
Maria Turchetto: Pandemic Panic: filmografia ragionata
Francesco D’Alpa: Epidemie in musica, musica per le epidemie
Editoriale
Cari amici,
come si dice (e fate pure tutti gli scongiuri del caso): chi non muore si rivede! O per lo meno si risente.
Noi della vecchia redazione de L’ATEO ci siamo, appunto, rivisti e risentiti.
Ci siamo riuniti. Virtualmente, beninteso. Se lo avessimo fatto fisicamente ci saremmo scambiati così tanti baci e abbracci che ci avrebbero arrestati per violazione delle norme sanitarie, attentato alla salute pubblica, procurata epidemia, tentata strage e chissà cos’altro.
Perché siamo rimasti molto amici: accomunati da un lungo lavoro svolto insieme, dalla stima reciproca, da
tante idee condivise, da un comune sentire.
Ed ecco cosa abbiamo sentito in comune: la necessità di pensare. Di pensare a quanto sta accadendo, a questa maledetta epidemia, alle sue cause e alle sue conseguenze.
Perché l’informazione non basta – ne abbiamo ricevuta fin troppa negli ultimi tempi, buona e cattiva. Occorrono anche gli strumenti critici per capirla in modo adeguato, vagliarla, approfondirla, elaborarla. Ateismo e razionalismo rappresentano, in questo senso, uno stile di pensiero prezioso.
Così ci siamo riuniti e abbiamo
chiamato a raccolta vecchi e nuovi amici perché ci aiutassero a pensare.
Vecchie conoscenze che hanno spesso collaborato con noi e nuovi interlocutori. Poi abbiamo provato a dare il nostro contributo in prima persona, sulla base delle nostre competenze e delle nostre letture.
Il risultato è questo che vedete. Ottimo ed abbondante, lo definirei: mai viste tante pagine! Non scontando i limiti della carta, abbiamo inserito tutto.
Molti dei contributi che leggerete qui hanno la forma dell’intervista: perché i nostri vecchi e nuovi amici erano molto occupati, presi da mille impegni tra mille difficoltà, e noi ci tenevamo ad essere ragionevolmente tempestivi in questa malaugurata emergenza. Ringraziamo tutti di cuore per la loro generosità e disponibilità. Ci hanno davvero dato una mano a pensare.
Abbiamo cambiato sesso. Per il resto, riproponiamo, con le dovute differenze, la vecchia formula de L’ATEO: nell’impaginazione; nel proporre qualche vignetta “per rinfrancar lo spirito”, come dice la Settimana Enigmistica (ringraziamo i disegnatori che hanno collaborato e in primo luogo Maurizio Di Bona che si è subito unito al gruppo fornendoci la copertina); nell’alternare riflessioni e approfondimenti “seri” a interventi più ironici e irriverenti; nel proporre molte recensioni, bibliografie, filmografie.
Lo abbiamo fatto un po’ per scherzo, un po’ per nostalgia: “un po’ per celia e un po’ per non morire”, direbbe Madama Butterfly. Ci riconoscerete di sicuro.
Una cosa manca, una caratteristica secondo me davvero un po’ speciale di quella vecchia e “deprecata” [1] rivista che era L’ATEO: il rapporto con i lettori. Una preziosa interattività che non era fatta solo di “mi piace” o di faccine, ma di lettere, interventi, segnalazioni, scambi con gli autori. Una “palestra dei lettori” [2] che animava la discussione. E la discussione – scambiare idee, sollevare obiezioni, precisare – è indispensabile per pensare.
“O si pensa o si crede”, diceva Schopenhauer – e chissà quante volte abbiamo citato questa frase. Che va anch’essa approfondita e precisata: perché “credere” non significa solo prestare fede a stupidaggini – come le madonne di Lourdes, di Fatima, di Medjugorje (e quante ce n’è?) di cui ci parla Francesco D’Alpa. Non significa soltanto abboccare alle bufale rispetto alle quali ci mette in guardia Massimo Polidoro. Né solo dar credito alle superstizioni, come avviene in un paese come il nostro che, secondo Piergiorgio Odifreddi, è ancora in larga misura “medievale”.
Significa anche essere superficiali o conformisti, accettare pigramente “pacchetti” di idee che provengono da una parte politica o da un’ideologia che ci piacciono senza fare quello sforzo che davvero distingue
gli atei e i razionalisti che si chiama esercitare il pensiero critico.
Per tutti coloro a cui piace farlo – e farlo, datemi retta, una volta superato lo sforzo è un vero piacere – noi siamo ancora qui. Non ufficialmente, non istituzionalmente, “un po’ per celia e un po’ per non morire”, come ho già detto. Ma ci siamo.
Buona lettura!
Maria Turchetto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Note
[1] Uso il termine nel nuovo senso che ha assunto in campo informatico, in cui viene usato come sinonimo di “obsoleto” e perciò abbandonato.
[2] Non ci crederete – del resto siete non credenti – ma La palestra dei lettori era il titolo di una rubrica del Corriere dei Piccoli, detto anche Corrierino, la prima rivista settimanale italiana di fumetti, pubblicata dal 1908 al 1996.