Roberto Burioni: La congiura dei somari. Rizzoli, 2018. Pagine 176, euro 13.00. ISBN 978-88-17-10460-9
Recensione di Francesco D’Alpa
Roberto Burioni, medico e virologo di indubbio valore, le cui ragioni scientifiche abbiamo avuto il piacere e l’utilità di meglio conoscere nel corso dell’attuale pandemia di Covid-19, è uomo dalle idee chiare, imperativo per quanto è giusto, per nulla incline a glissare laddove la buona pratica scientifica (con la dovuta prudenza applicativa) deve imporsi alla fuga nell’irrazionale e nel più scellerato populismo. Recentemente, per vie lontane dalla ricerca in laboratorio, ha identificato e descritto una peculiare manifestazione sociale del ‘somaro’, ispiratagli dal personaggio di don Magnifico (della Cenerentola di Rossini). Diversamente dal Dulcamara dell’Elisir d’amore donizettiano, cui interessa solo contrabbandare le sue inefficaci medicine, e che dunque si propone al pubblico col solo scopo di abbindolarlo, il somaro di Burioni ha soprattutto bisogno di vedere apprezzate le sue pseudo-conoscenze (da lui ritenute poco meno che ‘enciclopediche’) ed i suoi conseguenti meriti, anche a prescindere da finalità di guadagno. È un tipico protagonista del mondo mediatico ed in particolare dei ‘social’. Non ha nessun bisogno di padroneggiare ciò di cui parla e scrive, perché gli basta semplicemente elaborare ed esprimere ‘di pancia’ la sua opinione (quand’anche il suo solo titolo fosse una tessera di supermercato), ritenendola di pari se non maggiore dignità di chi quell’argomento lo conosce davvero, per studio e professione.
Sollecitato per caso ad entrare nel mondo di di Facebook, col tempo Burioni ha perfezionato. con la pratica, la sua idea dell’asino, fino a definire le caratteristiche peculiari dell’asino internettiano (e di tutti i suoi consimili), ovvero di quello che ha denominato ‘asino ragliante’: «un essere umano tanto babbeo da ritenersi tanto intelligente da riuscire a sapere e capire le cose senza averle studiate»; che vive in branco con i suoi simili, con i quali raglia all’unisono. Come è ben chiaro, l’asino ragliante è qualcosa di radicalmente diverso dal medico cosiddetto alternativo, che in qualche modo convive con la medicina scientifica, della quale conosce i principi, anche se li trasgredisce in alcune pratiche. Dunque l’asino ragliante è quanto mai pericoloso socialmente, tanto quanto i politici anch’essi raglianti al cui seguito ama accodarsi.
Ma se i somari ragliano, come per loro è naturale, ciò che appare a Burioni (e certamente a tutti noi) stupefacente e innaturale è la costatazione che anche persone per nulla sciocche si facciano convincere dalle loro esternazioni pseudo-logiche. E ciò costituisce un effettivo pericolo sociale, certamente maggiore di quello legato ai granuli omeopatici, che al più semplicemente non curano il singolo. È il caso dei vaccini, da anni bersaglio principale delle asinerie.
Pubblicato prima dell’era Covid, si tratta di un ottimo testo, con un piacevole ed efficace taglio divulgativo.
[Pubblicato su www.laiko.it il 13 settembre 2020]