Recensione a: "Urinoterapia" di Heidelore Kluge. Red Edizioni. Como, 1998. Pag. 104. Lire 12.000
Ecco un libro (scelto, secondo l'introduzione, fra "tutto ciò che di meglio" vi è a livello internazionale!) assolutamente da non divulgare, e da non leggere, se non per convincersi, ancor più, di quanto il preteso ritorno al naturale minacci la salute degli adepti dell'alternativo, illusi di attingere ad una presunta "moderna visione di un'ecologia del corpo" che garantisce un "reale ampliamento dell'arte di guarire ed essere sani". L'urinoterapia ci viene proposta come un"invito ad ascoltare il proprio organismo", che "è molto più saggio del nostro intelletto e ci indica ciò che gli necessita". Come non illuminarsi dunque con questa lettura, che garantisce "un'introduzione prudente ma esauriente all'urinoterapia" ?.
L'idea di base è sempre la stessa: esiste una globalità dell'essere e la malattia è solo la spia di un disequilibrio, riaggiustabile con i nostri stessi mezzi, quale ad esempio l'urina: il più naturale dei liquidi ("prima di nascere nuotiamo nell'acqua e questa consiste per buona parte della nostra urina. Quindi da nascituri beviamo l'acqua nella quale cresciamo e la cosa ci giova").
La maggioranza delle affermazioni dell'autore riguardo l'urinoterapia ricalcano gli scontati leitmotiv di tutte le medicine"naturali": in qualunque forma, questa terapia sarà praticamente sempre di aiuto e mai nociva ( "fino ad oggi certamente non sono note conseguenze negative dell'urinoterapia. E' dunque estremamente improbabile che esistano degli effetti collaterali indesiderati"; "Le uniche controindicazioni si hanno se contiene del pus o se si stanno assumendo farmaci molto forti").
L'interesse per i propri escrementi (ma perché non dovrebbero essere allora curative anche tutte le altre secrezioni e deiezioni del nostro corpo: lacrime, sudore, escreati, feci ?) ha una sua valenza culturale ("I metodi terapeutici naturali vengono accettati meglio se si conoscono dei riscontri scientifici a loro sostegno").
Invero, la più semplice logica ci suggerisce che se l'organismo (tutti gli organismi) sono dotati di un apparato così complesso per eliminare selettivamente alcuni dei loro componenti, ci sarà pure una ragione; ragione che certamente non poteva essere conosciuta nella loro stupefacente complessità dagli antichi ideatori e cultori di queste strambe dottrine.
Alcune affermazioni, date per scontate, appaiono assolutamente false ("bere molto è un modo per mantenere alto il livello di concentrazione di sali nel sangue"), ridicole ("la medicina sta riscoprendo il trattamento con la propria urina"), involontariamente comiche ("con l'urina ognuno porta dentro si sé costantemente la propria farmacia alla quale può ricorrere in ogni momento" ) o grottesche ("funziona fra l'altro per riutilizzo di sostanze nutritive, azione diuretica e depurativa").
Alle raccomandazioni delle nostre nonne ("tenete sotto controllo la vostra urina che è uno specchio del vostro stato di salute generale"), che sembrano ignorare l'esistenza dei moderni laboratori di analisi, si abbinano finezze pseudo-scientifiche, come l'affermazione che l'urina "contiene le 'informazioni' sulle malattie del corpo nella loro complessità e in tutte le loro manifestazioni", e nello stesso tempo "conosce le attuali carenze del vostro organismo e dispone dei farmaci nelle giusta composizione". Ma perché il corpo non si guarisce da sé, senza questo astruso procedimento, se già ne è capace, piuttosto che farci ingurgitare un prodotto certo non gradevole ?
Dal delirio terapeutico tramite "l'acqua miracolosa" sono in qualche modo esclusi i malanni collegati alla psiche ("se la terapia con urina non è una panacea è solo perché molte malattie hanno anche una derivazione psichica, per le quali è necessario dunque un trattamento completo che include l'urinoterapia ed un cambiamento delle abitudini di vita").
Dopo che per secoli la medicina aveva cercato di eliminare dal corpo la malattia assieme al sangue impuro, ecco il ribaltamento del paradigma, con l'impurità reintrodotta nel corpo per rigenerarlo ("tutte le sostanze patogene presenti nel vostro corpo possono contribuire attraverso l'urina a reinnescare un processo di autoimmunizzazione simile ad una vaccinazione").
Le fonti a cui l'autore attinge sono ovviamente le più qualificate: i parenti e l'uomo della strada, occasionali interlocutori. Come in tutte le pseudoscienze, l'inizio della pratica personale è aneddotica: una gengivite ribelle a tutti i farmaci, curata rapidamente e definitivamente con tamponature di batuffoli di cotone immersi nell'urina fresca; la "rivelazione" legata a questo episodio personale indusse l'autore a scrivere il libro!
L'urina normalmente espelle dal corpo tutti i veleni e le sostanze tossiche introdotte, incluse quelle usate nell'omeopatia: concetto incredibile, se è vero che con l'omeopatia si introdurrebbe nel corpo solo "informazione".
Per chi avesse preconcetti, gli basterà desensibilizzare il suo gusto di uomo civilizzato: "bere la propria urina aiuta a vincere il senso di disgusto, inducendo un cambiamento che rende la vita più facile"; non è repellente né contrario alle leggi naturali; inoltre, non c'è alcun pericolo di auto-infezioni, perché "ognuno è immune nei confronti dei propri batteri".
Anche la terapia è alla portata di tutti, senza troppi problemi di farmacodinamica e di posologia ("potete senz'altro scoprire da soli quello che fa bene a voi stessi"; "sarà la vostra sensibilità a guidarvi per la frequenza e durata delle applicazioni e la quantità di urina da usare"). Basta sostituire all'arte medica il proprio intuito e la solita indispensabile voglia di guarire ("solo quello che voi percepite come benefico avrà un effetto positivo"), ma senza intasare di troppe 'informazioni' l'organismo ("a volte sono consigliabili delle interruzioni temporanee della terapia; il vostro organismo può avere bisogno di elaborare gli stimoli terapeutici ricevuti"). Nel caso che si evidenziassero dei piccoli problemi legati alla terapia, questi sono facilmente risolvibili ("potete in qualunque momento ridurre la quantità di urina se ciò vi rende la cosa più gradevole e vi libera da effetti collaterali fastidiosi").
Il trattamento più diffuso è quello che impiega l'urina del paziente stesso, sia per motivi pratici, sia perché è questo il liquido "fatto su misura", che contiene tutte le informazioni sullo stato di salute del paziente e quindi ne stimola meglio le reazioni. Frizioni, sciacqui, tamponature, impacchi, spugnature, bevande, inalazioni, bagni, semicupi, clisteri, oppure in gocce, previo potenziamento omeopatico, "finche ne sentite il bisogno". Perfino iniezioni, in barba alla 'dolcezza',"nelle zone di riflesso che agiscono direttamente sugli organi in questione", sempre che il vostro medico vi sia complice ("In caso di asma chiedete al vostro medico se vuole praticarvi delle iniezioni con urina").
La prevenzione resta comunque la strategia suprema di tutte le terapie naturali: "Durante il digiuno bere l'urina contribuisce a diminuire lo stimolo della fame. Il digiuno associato all'urinoterapia è come una messa a punto dell'organismo e l'organismo, non essendo più impegnato dalla digestione dei cibi può concentrarsi su altre attività". Una piacevole conseguenza di questo sano naturismo è che l'urinoterapia "spesso migliora anche l'acutezza della vista" !.
Il delirio supera il limite di guardia nell'atteggiamento verso i bambini. Alle ritrite obiezioni contro la pratica delle vaccinazioni ("La decisione se fare vaccinare o meno i bambini dovrebbe essere lasciata ai genitori, a causa delle malattie prodotte dalle vaccinazioni") si uniscono prescrizioni inqualificabili ("in questo campo l'urinoterapia può dare un contributo importante"; nella pertosse "ai bambini piccoli si danno da succhiare i pannoloni di stoffa bagnati di pipì").
Alcune analogie con altre terapie naturali sono sorprendenti, come quella con il cosiddetto aggravamento 'omeopatico'. "Durante l'urinoterapia si possono manifestare uno o più disturbi, ma non necessariamente tutte le persone avranno le stesse reazioni. In ogni caso queste ultime sono un segnale che il processo di guarigione è in atto, e ciò vale soprattutto quando si bere l'urina. Spesso durano solo poco tempo"; anche durante l'urinoterapia i sintomi patologici possono in un primo momento accentuarsi, "segno che il corpo sta reagendo positivamente", dunque non occorre preoccuparsi eccessivamente di ciò.
Dopo tanta ostentazione di sicurezza ed efficacia, appare senz'altro curioso questo avvertimento, bene in evidenza:"Importante. Se sospettate una malattia non è sufficiente un autoesame della vostra urina. Fatevi visitare in ogni caso da un medico". Il che lascia forse presupporre che poi quel medico vi consiglierà comunque un sano bicchiere di "acqua miracolosa".
Per chi è scettico, basta riflettere su quanta storia è stata costruita con l'urina: dalla preparazione dei tessuti, alla fermentazione dei formaggi svizzeri (più saporiti con l'impiego di quella di giovani ragazze), alle libagioni di "amarilli"degli Yogi.
Se è vero che l'urinoterapia "è ideale per malattie non gravi, per il pronto soccorso di ferite minori e per la prevenzione generale, è facile da usare, è ben tollerata, è efficace", come non aggiungere che è anche la più economica (altro che diluizioni e succussioni omeopatiche !) ed a 'portata di mano' fra tutte le medicine naturali !