Recensione a: "Le piccole fonti dell'io" di Fernando Dogana. Giunti, 2000. Pag. 144. Lire 22.000

Piccole cause, apparentemente secondarie, possono contribuire significativamente a plasmare l'io, insieme alle fondamentali componenti dello sviluppo (ereditarie, affettive, educative e socio-culturali). Nome e ordine di nascita, ad esempio, possono influire sui nostri processi di identificazione; atteggiamento nell'uso del denaro e scelta di un particolare sport riflettono i processi di crescita e di adattamento sociale.

L'Autore, ordinario di Psicologia alla Università Cattolica di Milano, raccoglie e rielabora, in questo breve libro, alcuni suoi articoli già pubblicati sulla rivista "Psicologia contemporanea".

Mentre antiche credenze e diffuse tradizioni popolari hanno immaginato misteriosi influssi astrologici, lunari e stagionali che condizionerebbero la nostra personalità, i risultati dei più importanti studi (illustrati nei primi tre capitoli del libro) evidenziano quanto improbabili siano queste ipotesi e come vengano smentite dall'evidenza (sempre che le indagini siano condotte correttamente). Purtuttavia, il nostro lessico quotidiano è ancora infarcito di termini e frasi legate a suggestioni arcaiche, più condizionanti che le stesse improbabili cause cosmologiche; e perpetuiamo, sia pure involontariamente, atteggiamenti abitudinari, quale la lettura dell'oroscopo e innumerevoli modi di dire (come: carattere lunare, personalità solare, etc.).

I dati citati e l'ampia bibliografia a supporto, mostrano come la scienza non si sia limitata a rifiutare le presunte influenze cosmiche, ma abbia invece testato le varie ipotesi, ricercando anche le più deboli evidenze a loro favore. In quasi la totalità dei casi, tuttavia, gli esiti sono stati negativi o contraddittori, e non si è potuta convalidare alcuna interpretazione causalistica.

Gli unici effetti accettabili sullo sviluppo psichico dell'uomo, potrebbero essere, per quanto riguarda il mondo fisico, quelli esercitati dall'ambiente in cui nasciamo ed in cui viviamo: abbondanza o scarsità di cibo, illuminazione, clima; ma anche in questo caso non è facile giungere ad una dimostrazione convincente. D'altra parte, nel mondo moderno, è sempre più difficile, nelle nostre città tecnologicamente evolute e fatte per lo più di ambienti artificiali, cogliere differenze, fra un paese e l'altro, tali da originare quella varietà tipologica individuale, anticamente rilevabile in un mondo che viveva ancora "naturalmente".

Nonostante ogni contraria evidenza, l'illusione di uno stretto legame fra macrocosmo e microcosmo e la persistenza di molti elementi del pensiero naturalistico primitivo (con il suo ampio tessuto di analogie e simbolismi) sopravvive comunque, in ampie fette dell'umanità, all'usura del tempo, all'evoluzione delle culture ed al progresso tecnico-scientifico. Così alla fine, afferma l'Autore, la disponibilità delle persone a credere in quanto sedimentato nel folklore influenza il vivere comune e l'atteggiamento pratico più di ogni presunta influenza cosmica.

Si tratta di un libro di piacevole lettura, ricco di citazioni e riferimenti bibliografici, adatto ad un pubblico di non specialisti, cui però, a mio avviso, avrebbe giovato non poco la aggiunta di un capitolo che riunisse in una più approfondita visione d'insieme i temi trattati anziché farne una semplice raccolta.

Francesco D'Alpa


Pubblicato su: "Scienza & Paranormale"