Sfida alla Sindone
di Antonio Lombatti
Centro Editore Pontremoli
CP 85 - 54027 Pontremoli (MS)
Anno 2000, pp. 276, lire 23.000

L'argomento Sindone, sia pure sotto le apparenze di un enigma scientifico, è da almeno un secolo acceso terreno di scontro fra i tanti fautori dell'autenticità della reliquia, generalmente ben supportati dai media, ed un più esiguo drappello di irriducibili scettici. A tentare di riequilibrare le sorti dell'ennesimo conflitto fra fede e ragione, giunge opportuno l'ottimo "Sfida alla Sindone", di Antonio Lombatti, autorevole studioso del problema e direttore della rivista specialistica "Approfondimento Sindone".
Dopo avere presentato i principali dati scientifici ottenuti nel corso dalle indagini cui fu sottoposto il manufatto in occasione di alcune ostensioni negli ultimi decenni, l'autore ricorda i principali tentativi di produrre qualcosa il più possibile simile, fra i quali il più convincente è forse ancora quello del prof. Pesce Delfino. Poi sposta il fuoco sul piano antropologico e religioso, approfondendo il significato delle immagini nel contesto cristiano tardo-medievale, il periodo in cui si estese a dismisura il culto delle reliquie, con relativa loro "miracolosa" moltiplicazione.
Se la Sindone ha realmente avvolto il corpo di Gesù, perché non se ne ha alcuna precisa menzione prima del XIV secolo? Essa invece è come uscita dal cilindro di un prestigiatore proprio laddove e quando se ne avrebbe avuto il maggiore utile, sia in termini di incremento del culto che in quanto a raccolta di offerte, e cioè nel momento in cui l'interesse dei fedeli, da secoli abituati al culto delle reliquie dei santi, fu prepotentemente attratto in Europa dalle presunte reliquie "primarie" di Cristo. Proprio in questo periodo ripresero infatti vigore, nel mezzo delle dispute teologiche iconoclaste, quelle tradizioni che pretendevano che il volto o il corpo di Cristo fossero rimasti impressi su fazzoletti o lenzuoli e che questi si fossero conservati.
Per alcuni di questi reperti si è cercato di dimostrare una identità e continuità storica, ad esempio fra il Mandylion di Edessa e la Sindone di Torino. Ma il corpo che è impresso in questa, più che ad un ipotetico nazareno crocifisso duemila anni fa dai romani, somiglia, anche in minuti particolari, proprio ai canoni dell'iconografia cristologica medievale; all'esito di una ipotetica crocifissione e di un rituale di sepoltura, entrambi non convalidabili, a giudizio di Lambatti, sulla base delle conoscenze storiche sull'epoca romana, delle ricerche archeologiche sulle sepolture, e perfino delle fonti letterarie primarie, cioè i Vangeli.
Di tutte le discipline scientifiche che si sono occupate della Sindone, nessuna ha saputo fornire risposte definitive, in particolare sulla datazione del telo, e questa assenza di risposte chiare è da sempre il migliore alleato di chi pretende di trasformare una mancata spiegazione in prova dell'impossibilità di una spiegazione razionale. Non a caso è stato proprio un procedimento scientifico (la prima serie di fotografie del lenzuolo) a generare un inatteso clamore, dopo un torpido interesse per circa cinque secoli.
Il libro si presenta approfondito e molto accurato nelle citazioni e nell'ampio corredo bibliografico. La materia è indubbiamente complessa, e richiede un certo impegno al lettore, che deve confrontarsi con tematiche poco usuali: dalle fonti dottrinarie e del diritto ecclesiastico, a vicende storiche, come quella dei templari, solitamente affrontate e contraffatte da una divulgazione approssimativa e fantasiosa; ma il lettore viene guidato attentamente entro una vicenda storica tortuosa quanto appassionante. Non si può che lodare l'impegno di chi ha cercato di ricostruirla con grande rigore.

Francesco D’Alpa

Pubblicato su: "L'Ateo" n. 21 (1/2002)