CARLO ALBERTO DEFANTI. Soglie. ISBN 978-88-339-1776-4. Bollati Boringhieri, Torino, 2007. Pag. 273, € 24.00

Come sottolineato già nel titolo, la morte non è il repentino spegnersi della vita di un individuo, ma un passo estremo del morire, il progressivo esaurirsi della vita di singole parti del corpo, e con esse della persona; non lo ‘spezzarsi di un filo’ o il distacco di un ‘principio vitale’, ma il succedersi di ‘soglie’ fino al punto di non ritorno, sempre più spostato in avanti per effetto della pratica medica.
Il problema della morte umana, della sua definizione e del modo di affrontarla, assecondandola o contrastandola, è divenuto di forte attualità, dopo i progressi delle tecniche rianimatorie ma soprattutto a partire dall’epoca dei primi trapianti cardiaci; fino all’attuale dibattito sullo stato vegetativo e sul cosiddetto ‘testamento biologico’, innestandosi in una mai sopita conflittualità fra istanze laiche e visioni religiose della vita.
Ciò soprattutto in quanto alla definizione di morte percepita in base alla cessazione della respirazione e della circolazione arteriosa, si è sostituito nel tempo un più variegato e complesso criterio di valutazione, centrato sulla cosiddetta morte cerebrale; che non trova tuttavia universale consenso, sia per obiezioni scientifiche che per riserve concettuali, soprattutto da parte dei credenti in una qualche fede religiosa.
Defanti ci guida in questo problematico campo, sulla base della sua esperienza clinica e non ultimo della sua recente partecipazione attiva al  caso Englaro, raccontandoci la storia dei criteri di morte e delle paure collegate, affrontando e criticando le argomentazioni teologiche, illustrando l’attuale dibattito etico e filosofico. Un  autorevole insegnamento da parte del fondatore del Gruppo di studio di Bioetica della Società Italiana di Neurologia.

Francesco D’Alpa

Pubblicato su: "L'Ateo" n. 74 (2/2011)